Concorsi pubblici con riserva di legge del 50% per funzionari e dirigenti: ecco le novità del Dl Pa bis inserite nella giornata di ieri, 3 agosto, in sede di approvazione al Senato del provvedimento. Quasi a sorpresa, l’aula parlamentare ha inserito la norma nel decreto legge 75 del 2023 che prevede i concorsi pubblici riservati per i dipendenti – differentemente a tempo determinato o indeterminato – che abbiano maturato già almeno tre anni di servizio nell’ente pubblico locale di appartenenza.

La norma è stata approvata al Senato con 101 voti favorevoli contro i 68 contrari (un solo astenuto). Le novità contenute nella norma passata ieri aprono, in ogni modo, a possibili problematiche operative e di interpretazioni riguardo alla riserva di legge per i bandi di concorso, in particolare per diventare dirigenti della Pubblica amministrazione.

Concorsi pubblici con riserva di legge del 50% per funzionari e dirigenti: ecco le novità del dl Pa bis

Arriva un’ampia riserva di legge del 50 per cento dei posti ai concorsi pubblici per funzionari e dirigenti degli enti locali. La novità deriva da una norma inserita in sede di adozione definitiva del decreto legge numero 75 del 2023 (cosiddetto Dl “Pa bis”). L’emendamento approvato al Senato prevede che i Comuni possano prevedere la riserva di legge del 50% dei posti, in coerenza con le necessità assunzionali e con il piano triennale dei fabbisogni. Tale riserva dei posti deve essere rivolta al personale dirigenziale e non dirigenziale che abbia maturato un periodo di servizio nella Pubblica amministrazione con contratto a tempo determinato o indeterminato.

A proposito del pregresso nasce la prima divergenza. Infatti, l’articolo stabilisce che per il personale non dirigenziale (quindi i funzionari degli enti locali), è necessario aver svolto almeno tre anni di servizio nella Pubblica amministrazione negli ultimi cinque anni. Per questo personale, il contratto di lavoro deve essere necessariamente a tempo indeterminato per ottenere la riserva del 50 per cento dei posti ai concorsi pubblici.

Concorsi pubblici novità Dl Pa bis: candidatura contratti a tempo determinato e indeterminato

Differenze si hanno con la riserva dei posti ai concorsi pubblici per i dirigenti degli enti locali. In tal caso, l’articolo specifica che il contratto deve essere a tempo determinato e che il partecipante alle selezioni abbia svolto almeno 36 mesi di servizio negli ultimi cinque anni. Il punto in comune è dunque il periodo di servizio all’interno della Pubblica amministrazione che deve essere di tre anni rispetto agli ultimi cinque. Ciò vale tanto per i funzionari che per i dirigenti. Nel caso degli enti locali, si parla genericamente di personale non dirigenziale: per aspirare al ruolo di dirigente, tuttavia, viene considerato il livello immediatamente più basso, all’interno dell’area dei funzionari a elevata qualificazione.

Bandi di concorso, stabilizzazione con 36 mesi di servizio nella Pubblica amministrazione

Per i dirigenti che sono assunti con contratto a tempo determinato (e che abbiano svolto tre anni di servizio negli ultimi cinque), la norma relativa alla riserva dei posti ai concorsi pubblici rappresenta un’ampia possibilità di stabilizzazione nella Pubblica amministrazione. A tal proposito, si evidenzia che, mentre per il personale dirigenziale vi è la possibilità che il periodo di 36 mesi degli ultimi cinque anni possa essere anche non continuativo, per il personale non dirigenziale i tre anni debbano essere considerati continuativi.

Infatti i dirigenti, assunti con contratto di lavoro a tempo determinato, potrebbero provenire da esperienze lavorative all’interno della Pubblica amministrazione frammentate, ma comunque sufficienti affinché nei cinque anni siano garantiti i 36 mesi di servizio. Lo stesso non può dirsi per i funzionari, il cui emendamento specifica che, ai fini della riserva di legge, occorra il contratto a tempo indeterminato. Si presume, quindi, che i tre anni di servizio debbano essere continuativi.