Ridurre le aliquote da quattro a tre, poi gradualmente arrivare alla Flat Tax, senza abbandonare però il principio di progressività. La delega fiscale è legge, con 184 sì e 85 no. L’Aula della Camera ha approvato il progetto di riforma, ora affidata una commissione tributaria. “Siamo pronti a portare a casa un grande risultato. E’ una riforma storica” ha commentato il vice Ministro dell’Economia Maurizio Leo subito dopo l’approvazione. “Vogliamo che nessun italiano subisca la patrimoniale” ha poi assicurato il relatore della riforma Alberto Gusmeroli, della Lega. Il riferimento è all’ordine del giorno di Nicola Fratoianni, prima accolto poi cassato da Palazzo Chigi, che proponeva l’introduzione di una tassazione sui patrimoni sopra i 500.000 €.
Legge delega in materia fiscale: critiche le opposizioni
L’approvazione della delega fiscale è avvenuta in tempi record, prima della pausa estiva. Solo ventiquattro ore prima infatti il Senato aveva esaminato e dato il via libera alle modifiche proposte. Contrarie al voto le opposizioni, con la sola eccezione di Italia Viva e Azione. La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha commentato così il via libera:
“Una delega fiscale che aumenta l’iniquità del sistema, perché noi siamo per la progressività e invece qui si inseriscono nuovi regimi fiscali agevolati a scapito di chi invece le tasse le ha sempre pagate anche per chi non le paga. E’ un governo che in così pochi mesi è riuscito a inserire già 12 condoni. Bisogna contrastare l’evasione, non strizzarle l’occhio”
Anche il Movimento Cinque Stelle parla di misura iniqua, “è il leit motiv di questa riforma” sottolineano. Dai banchi pentastellati è arrivata però una proposta in materia di multinazionali.
L’Aula ha approvato l’Ordine del giorno sulle multinazionali: dovranno pagare le tasse anche in Italia
Il Movimento Cinque Stelle ha presentato infatti una proposta di Ordine del giorno, poi approvato, sulle multinazionali, che mira a garantire la piena tassazione dei ricavi delle aziende che non hanno sedi in Italia, ma sono attive sul territorio nazionale. A tal fine, il Governo valuta anche la possibilità di rafforzare e implementare i controlli dell’Agenzia delle Entrate. Approvato all’unanimità delle forze politiche, il provvedimento punta a recuperare 28 miliardi di imponibile e 7 miliardi di gettito, perduti grazie agli stratagemmi delle multinazionali. I casi noti sono molti, e tra questi figurano alcune delle grandi così dette big tech, vedi il caso di Google con l’Irlanda. In questa direzione si sono mossi e si stanno muovendo anche diversi governi europei, anche se un accordo non sembra all’orizzonte.