Ci sono voluti cinque anni perché lo scozzese Andy Murray tornasse a vincere nell’ATP di Washington, lo stesso in cui cinque anni fa iniziò ad avere le prime difficoltà in questo sport.

Di questo e altro ha parlato in conferenza stampa prima della prossima partita al torneo, quella contro Fritz.

Il 2018 è stato un bel torneo ma allo stesso tempo molto difficile per me. Sia mentalmente che fisicamente e pensandoci per me è stato terribile. Non mi stavo divertendo, ho vinto dei match fantastici in quel periodo ma dopo sono stato malissimo. Non mi riuscivo a godere le vittorie in quanto non riuscivo a dormire la sera, a causa del dolore alla mia anca e tutto il resto che conoscete. È bello essere qui e non avere di questi problemi

Lo scozzese ha poi parlato del torneo di Washington e del suo esordio vincente.

Sto solo cercando di trovare il giusto equilibrio, non ho giocato molto in questo periodo. Spesso se gioco in maniera piatta e mi comporto in maniera simile dal mio box mi chiedono come sto e come mai non reagisco. La verità è che se mostro troppa frustrazione la cosa può diventare un problema

Il paragone con Novak Djokovic

Poi Murray si è paragonato a Djokovic in determinate situazioni.

Mi sento molto come lui quando si trova in campo, anche lui gioca al meglio quando mostra tutte le sue emozioni e lo stesso vale anche per me. Che siano positive o negative l’importante è portare tutte le emozioni fuori. Anche per me è uguale ma io devo stare attento sia a non dosare troppo sia a non esaurire le mie energie, a quel punto rischio di andare in totale difficoltà

Nonostante gli alti e i bassi Murray è tornato in top 50, anche se l’obiettivo dello scozzese di tornare tra i tennisti testa di serie nei Grande Slam è ancora distante.