Kamada e Milinkovic-Savic – Abbiamo più volte detto di quanto fosse importante per la Lazio “riempire” nel più breve tempo possibile il vuoto lasciato da Milinkovic-Savic.

Era una necessaria esigenza quella di rimettere numericamente a posto la mediana da parte della società capitolina e Claudio Lotito conclusa questa operazione in entrata che ha visto Kamada approdare nelle fila biancocelesti, oggi può dormire sogni tranquilli perché sa che ha fatto il suo consegnando a poche settimane dall’inizio del campionato la rosa completa al proprio allenatore.

Sistemato anche il reparto avanzato con l’ingaggio di Castellanos nel ruolo di vice Immobile, ora da Formello potranno continuare a dedicarsi al calciomercato per terminare di puntellare la squadra con più calma.

Dunque un arrivo inaspettato ma che mette tutti d’accordo quello del giapponese, un buon giocatore che già conosce le dinamiche del calcio europeo e che non faticherà ad inserirsi subito nel contesto del campionato italiano simile a quello tedesco che ha appena lasciato.

Fattivamente, non si poteva nemmeno chiedere di più alla dirigenza biancoazzurra. Per quanto abbia potuto mettere in atto la ricerca più meticolosa possibile ha dovuto fare i conti (e già lo sapeva) col fatto che un altro Sergej Milinvovic Savic non esiste.

Meglio quindi virare su un profilo capace quanto meno di rispondere alle esigenze tattiche dell’allenatore e destinato di qui in poi suo malgrado a convivere con termini di paragoni inappropriati.

Kamada e Milinkovic-Savic

Uno è andato via e dopo 8 anni di militanza caratterizzati da 267 presenze 69 gol, 2 supercoppe Italiane e una Coppa Italia, ha preferito cambiare aria e guadagnare di più senza continuare ad aspirare a vincere trofei importanti nel calcio che conta convinto di aver dato tutto alla causa della Lazio.

L’altro, è arrivato a Roma, portandosi la dote di una Coppa UEFA e una Coppa di Germania appresso e inconsapevole del fardello che dovrà caricarsi sulle spalle in ogni partita che disputerà con la maglia biancoceleste.

Se il serbo non è un giocatore qualsiasi, ma è il centrocampista per antonomasia, la pedina di cui non puoi fare meno, il giapponese deve ancora dimostrare ad una piazza che si è ritrovata orfana dei uno dei migliori centrocampisti del mondo quanto vale.

Perché sono uguali

Kamada e Milinkovic-Savic ricoprono lo stesso ruolo, impiegati da mezz’ala esprimono il loro meglio. Tanto il primo quanto il secondo possono essere adattati in diverse posizioni del campo e non disdegnano nemmeno di giocare nella trequarti al sevizio delle punte.

Ad accumunarli anche la facilità di utilizzare tutti e due i piedi, infatti calciare, passare e controllare la palla col destro o col sinistro per loro è la stessa cosa, inoltre posseggono la stessa duttilità tattica e la stessa verve agonistica.

Perché sono diversi

I due calciatori oltre alle proprietà intrinseche non hanno null’altro da condividere. Va bene accostarli per la propensione tattica, ma l’ex Eintracht Kamada e l’ex Lazio Milinkovic-Savic sono diversi per spessore e qualità.

Mettendo dunque queste due caratteristiche sul piatto della bilancia ci accorgiamo che non c’è nessun tipo di paragone che tiene a galla il giocatore giapponese, non è neanche lontanamente la copia del serbo.

La pretuberanza fisica grazie alla quale si impone nei duelli aerei sia in fase difensiva che offensiva, l’estro, la mentalità, l’eleganza e la grande visione di gioco sono tutte cose che appartengono ad un giocatore e all’altro no.

Tra Milinkovic-Savic e Kamada va ribadito ad alta voce, non c’è assolutamente partita e per descrivere il confronto impari che li mette di fronte utilizzerei queste semplici parole: il centrocampista serbo è semplicemente di un altro pianeta! E questo la Lazio lo sa, ma anche i tifosi.