Dopo la notizia di un ufficiale Gdf indagato per dossieraggio illecito su politici e vip, il ministro Guido Crosetto rivolge un attacco all’informazione italiana. Il titolare di Palazzo Baracchini considera “molto grave” vedere pubblicate sui giornali le notizie “relative a un’inchiesta in corso“.

Attraverso diverse interviste e una lettera inviata al Corriere della Sera, il ministro della Difesa chiarisce la propria posizione in merito alla vicenda.

Sono certo che Perugia procederà spedita a mia tutela, la parte offesa, e del nostro sistema democratico. Potrei finire qui, limitarmi a fare la vittima, ma non è giusto. In primis, perché si tratta di notizie relative a un’inchiesta in corso e trovo molto grave vederle pubblicate sui giornali. Lo voglio dire proprio perché, questa volta, la pubblicazione non avviene per far male o attaccare un esponente politico ma, al contrario, per parlare di un fatto gravissimo a suo danno, e lo dico da parte lesa.

Crosetto sull’indagine per dossieraggio illecito: “Un attacco alla democrazia”

Il caso si era aperto proprio dopo una denuncia presentata da Crosetto nell’ottobre del 2022, come spiegato dal procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone, che sta coordinando l’indagine. Secondo i pm, l’ufficiale delle Fiamme Gialle si sarebbe appropriato indebitamente dei dati sensibili di centinaia di personaggi noti.

Tra i nomi coinvolti, oltre a quello di Crosetto, anche quelli di altri politici, come Giuseppe Conte e Matteo Renzi. Ma nell’elenco figurano anche vip, calciatori, giornalisti, finanzieri e banchieri. E così, ancora una volta, il ministro della Difesa si schiera contro le “fughe di notizie” riguardanti attività giudiziarie in corso.

In questo caso specifico la fuga di notizie è ancora più grave. Perché riguarda una vicenda oscura ai danni di un ministro e di un politico, che, se colpito con dossier costruiti ad arte, avrebbe potuto mettere in crisi la nascita dell’intero governo Meloni, fin dal suo esordio. Si è trattato di un attacco alla democrazia.

Crosetto annuncia dunque di aver deciso di sporgere “una nuova denuncia” per violazione del segreto istruttorio, “al fine di aiutare il lavoro dei magistrati e di ottenere la verità su una vicenda inquietante, ma anche a tutela dell’indagato stesso”, ossia l’ufficiale della guardia di finanza.

Ci sono molte cose strane, in questa vicenda, rimasta riservata, come dovrebbe essere ogni inchiesta giudiziaria, molti mesi, e solo ora nota. Non vorrei che, in essa, possano essere coinvolti altri attori (non parlo dei magistrati), oltre alla persona individuata, intenzionati ad alzare polveroni per nascondere sé stessi, buttandola in caciara e scaricando le loro responsabilità su altri. Non sarebbe giusto consentirlo.

I sospetti non troppo velati del ministro sembrano consistere nell’ipotesi che alcuni giornalisti possano essere venuti in possesso delle informazioni in maniera indebita, fino a pubblicarle mesi dopo l’avvio dell’inchiesta. A questo punto Crosetto chiude le sue considerazioni lasciandosi andare ad una “riflessione finale”.

Stavolta non si faccia finta di non vedere, come si è purtroppo fatto con i casi di Renzi, Palamara, e tanti altri, riguardo decine di dossier illegittimi, ma si indaghi e si arrivi alla verità.