La professoressa italiana dell’università di Harvard, Francesca Gino, accusata di frode, ha deciso di fare causa alla prestigiosa istituzione americana. Ha chiesto 25 milioni di dollari di risarcimento danni per quella che lei definisce una vera e propria “campagna diffamatoria” nei suoi confronti. Cerchiamo allora di capire che cosa è successo, perché la docente è stata accusata e quali sono le ultime novità sul caso.
Francesca Gino accusata di frode chiede risarcimento danni: perché
Francesca Gino è una professoressa trentina che, ormai qualche anno fa, si è trasferita negli Stati Uniti per insegnare e lavorare presso la prestigiosissima università di Harvard a Boston, nel Massachusetts. Proprio qui però di recente l’esperta è stata accusata di aver manipolato dei numeri e aver inventato dei dati all’interno di alcune sue importanti ricerche.
La docente ha subito smentito ogni accusa, sostenendo di non aver mai compiuto atti del genere. Francesca Gino, accusata di frode, ha replicato all’istante con queste parole:
Io voglio essere molto chiara: non ho mai, mai falsificato dati né ho mai avuto comportamenti scorretti di alcun tipo.
La professionista ha affermato anche contro di lei è stata avviata una campagna diffamatoria, senza un reale e fondato motivo.
Le accuse
Francesca Gino, originaria di Tione, in Trentino, insegnante alla Harvard Business School di Boston, negli Usa, avrebbe, secondo le accuse, dunque falsificato le analisi e le ricerche condotte nel prestigioso ateneo del Massachusets. La notizia nel giro di pochi giorni ha fatto il giro dei social e dei giornali americani, arrivando poi anche in Italia.
La polemica è nata dopo che tre professori di Scienze Sociali (Joseph Simmons, Leif Nelson e Uri Simonsohn), in un articolo sul blog DataColada, hanno messo in dubbio la veridicità dei dati. Secondo loro, la professoressa italiana avrebbe falsificato una dozzina di numeri nei paper pubblicati negli ultimi 10 anni di cui lei era co-autrice.
Sul blog, i professori in questione hanno raccontato che, insieme ad un gruppo di altri esperti anonimi, hanno esaminato i vari lavori di Francesca Gino e hanno scoperto delle presunte prove di frodi. Ecco le dichiarazioni dei tre docenti:
Noi e un gruppo di ricercatori anonimi abbiamo esaminato una serie di studi co-autorati da Gino, perché avevamo il dubbio che contenessero dati fraudolenti. Abbiamo scoperto delle prove di frodi effettuate in articoli scritti nell’arco di dieci anni, inclusi paper recenti (del 2020).
Gli esperti, sempre sul blog, hanno riferito di averne parlato anche con i vertici dell’università americana.
Nel 2021 noi abbiamo condiviso i nostri dubbi con la Harvard Business School . Nello specifico, abbiamo scritto un report riguardo ai quattro studi su cui abbiamo accumulato le prove di frode più forti. Crediamo che molti altri articoli su cui Gino figura come autrice, contengano dati fasulli. Forse dozzine.
La replica della professoressa Gino
Al momento la professoressa accusata si trova in congedo amministrativo. L’Harvard University ha inoltre ritirato tre delle sue ricerche, sulle quali sono in corso delle approfondite analisi. Nel frattempo però lei non ha mai smesso di ribadire la sua innocenza. Secondo Francesca Gino si tratta di accuse oltraggiose che non avrebbero nulla a che vedere con il suo lavoro.
Rivolgendosi direttamente ai tre ricercatori del blog che hanno puntato il dito contro di lei, la docente ha detto:
Pur affermando di rappresentare l’eccellenza, hanno raggiunto conclusioni oltraggiose basate interamente su deduzioni, supposizioni e salti logici non plausibili. Uri Simonsohn, Leif Nelson e Joe Simmons (i tre autori dell’articolo, ndr) hanno creato e perpetuato una falsa narrativa sulla mia etica e integrità, che ha avuto un impatto devastante sui miei amici, colleghi, collaboratori e, soprattutto, sulla mia famiglia.
La professoressa poi ha dato il via ad un’azione legale nei confronti della prestigiosa università americana. Ha chiesto un maxi risarcimento di 25 milioni di dollari.