Si è conclusa nel tardo pomeriggio di ieri, 3 agosto, la prima parte dell’esame autoptico sul corpo di Sofia Castelli, la ragazza di 20 anni uccisa a Cologno Monzese dall’ex fidanzato Zakaria Atqaoui, reo confesso dell’omicidio. Stando alle prime indiscrezioni, l’esito confermerebbe il racconto fatto nelle scorse ore dal killer davanti al gip: la vittima sarebbe stata colpita nel sonno, senza neanche avere la possibilità di difendersi.

Omicidio di Sofia Castelli a Cologno Monzese: l’autopsia conferma il racconto del killer

Zakaria Atqaoui le avrebbe inferto quattro coltellate, al collo e al viso, mentre dormiva. Lei avrebbe avuto solo una debole reazione istintiva, senza riuscire a difendersi. È ciò che è emerso, stando alle prime indiscrezioni, dalla prima parte dell’autopsia sul corpo di Sofia Castelli, effettuata nel pomeriggio di ieri, 3 agosto. Il cadavere non presenterebbe lesioni o ecchimosi compatibili con una colluttazione prolungata.

Sotto le sue unghie non ci sarebbero tracce macroscopiche. Non si esclude, però, che sia stata la ragazza a procurare al killer, magari anche incoscianmente, i graffi che aveva sul viso quando si è costituito, sabato scorso. Per capirlo, il medico-legale incaricato – che proseguirà l’autopsia nella giornata di oggi – dovrà cercare eventuali tracce biologiche.

Atqaoui intanto resta in carcere. Lo ha deciso il gip, che è convinto che abbia premeditato il delitto, spinto dalla gelosia ossessiva nei confronti dell’ex ragazza, che aveva deciso di lasciarlo – dopo una relazione durata circa tre anni, tra una serie di tira e molla – perché non sopportava più di esserne controllata, come hanno raccontato alcune sue amiche.

Una relazione che, per un certo periodo di tempo, era sfociata anche in una convivenza: durante il lockdown i genitori di lei lo avevano accolto in casa come un figlio, perché era rimasto da solo dopo che i suoi si erano trasferiti all’estero. Non potevano immaginare che, nello stesso posto, avrebbe fatto ciò che ha fatto.

Le parole dell’amica che era con Sofia la notte del delitto

Non poteva immaginarlo nessuno, neanche l’amica che la sera del delitto aveva accompagnato Sofia in discoteca, a Milano, rincasando insieme a lei. Mentre Zakaria le sferrava le coltellate mortali, lei dormiva nella stanza accanto e non si era accorta di nulla. Era stata svegliata dai carabinieri che, la mattina successiva, dopo aver tratto in arresto il giovane, le avevano citofonato, spiegandole tutto.

Anche la mia vita è stata spezzata e nessuno ti riporterà mai da me. Solo Dio potrà perdonarmi,

ha scritto nelle scorse ore sui social. Nel corso della fiaccolata organizzata in ricordo della 20enne a Cologno Monzese, trattenendo a stento le lacrime aveva letto una commovente lettera in cui, ricordando il rapporto di amicizia che le legava, diceva che la sua vita non sarebbe stata più la stessa, senza di lei.

Quella sera c’eravamo tutte e due e tu lo sai – aveva detto -. Eri come una sorella ed ora hai lasciato un vuoto dentro che non riesco più a colmare. Quello che ti è successo è imperdonabile e me lo porterò dietro per sempre. Non ti meritavi tutto ciò. Ti meritavi una vita felice. Meritavi tutto il tempo del mondo per crescere […]. Quel tempo te lo hanno portato via.

Zakaria Atqaoui era “irascibile, possessivo e persecutorio”

Qualche piccolo segnale, in passato, c’era stato. Sembra infatti che Zakaria fosse particolarmente possessivo nei confronti di Sofia e che, soprattutto dopo la fine della loro relazione, aveva cercato in tutti i modi di recuperare i rapporti, seguendola sia fisicamente che virtualmente (sui social) nei luoghi che frequentava con le sue amiche.

Sono state loro a raccontarlo, spiegando che, appena una settimana prima dell’omicidio, sospettando che lei avesse una storia con un altro (quello con cui pensava di sorprenderla), sarebbe andato nella discoteca dove c’era lei. Arrivando addirittura alle mani quando, secondo lui, un ragazzo le aveva rivolto uno sguardo di troppo. La sicurezza lo aveva allontanato, facendolo uscire dal locale. Lui, di tutta risposta, aveva messo in atto il suo piano.