È stato arrestato nella tarda giornata di ieri, 3 agosto, l’automobilista di 39 anni che, secondo le telecamere di sorveglianza installate nei pressi dell’incidente avvenuto a Negrar, a Verona, avrebbe investito il 13enne Chris Abom, uccidendolo. L’uomo era stato indagato a piede libero. Ad incastrarlo sarebbero stati alcuni filmati.
Incidente di Negrar (Verona), arresti domiciliari per l’investitore di Chris
Si chiama Davide Begalli, ha 39 anni ed è originario di Verona, l’uomo che nelle scorse ore è finito agli arresti domiciliari per aver travolto Chris Abom con la sua auto ed essersi dato alla fuga. Il 13enne, di origini ghanesi, stava rientrando a piedi da una partita di calcio quando, la sera del 31 luglio scorso, era stato investito. Era morto poche ore dopo, ma, se fosse stato soccorso, secondo i medici avrebbe potuto salvarsi.
Io il ragazzo non l’ho proprio visto: né prima, né durante, né dopo l’incidente,
aveva dichiarato ieri l’uomo al Corriere della Sera, difendendosi. Ad incastrarlo, alla fine, sarebbero stati i filmati di alcune telecamere di videosorveglianza installate nei pressi del luogo dell’incidente, nella frazione di San Vito di Negrar. In uno di essi, risalente a qualche minuto dopo le 21.30, si vedrebbe l’auto del 39enne allontanarsi in direzione di Verona, subito dopo l’investimento, con il fanale anteriore destro rotto.
Un altro lettore ottico ha invece ripreso la vettura la mattina immediatamente successiva mentre veniva utilizzata dal conducente per recarsi al lavoro, rendendo evidente l’estensione dei danni – riferiscono i carabinieri -. La medesima fotocamera aveva ripreso il mezzo anche la mattina precedente al fatto, che allora risultava ancora perfettamente integro.
Dagli accertamenti effettuati sull’auto è stata riscontrata, inoltre, la presenza di tracce ematiche presumibilmente appartenenti alla vittima. “Gravi indizi di colpevolezza”, insomma, che hanno fatto scattare l’arresto con l’accusa di omicidio stradale, fuga ed omissione di soccorso.
La reazione del padre della vittima
Il papà di Chris, che aveva fatto giusto in tempo ad arrivare sul luogo dell’incidente per vederselo morire tra le braccia, e che ieri aveva fatto notare che nel suo Paese, il Ghana, l’uomo sarebbe già stato arrestato, ha commentato la notizia del suo arresto con queste parole:
Prima la legge diceva che quell’uomo non si poteva arrestare (non c’era, secondo il procuratore, la ‘flagranza di reato’, ndr), adesso è stato arrestato. Non siamo felici, questo non ci restituisce il nostro Chris. Il nostro bambino non torna più indietro.
Il loro pensiero, al momento, è rivolto all’organizzazione dei funerali del 13enne, che si terranno nella chiesa parrocchiale di Negrar sabato 12 agosto, alle ore 10. Giusto il tempo per permettere ai familiari che si trovano all’estero di raggiungerli, permettendogli di salutare per l’ultima volta il giovane, che poi sarà sepolto in provincia di Verona, dove i suoi genitori sono arrivati da una ventina d’anni.
Il presidente della Polisportiva di Negrar, dove giocava a calcio, ha parlato di lui come di un ragazzo “solare e benvoluto da tutti”. In tanti, in questi giorni, hanno espresso vicinanza e solidarietà alla sua famiglia, con la speranza che possa superare la tragedia che l’ha coinvolta.
Non mangio, non dormo. Non riesco a fare altro che pensare a quel che è successo. Mi ripeto nella testa: era solo un ragazzino! E credetemi, se dico che preferirei essere morto io, al suo posto,
aveva detto il suo presunto assassino. Ieri, prima di essere fermato, avrebbe scritto una lettera da consegnare ai genitori di Chris.