In attesa del nuovo processo a suo carico, l’ex presidente Usa Donald Trump è stato momentaneamente rilasciato. Comparso ieri, giovedì 3 agosto, in aula a Washington, il tycoon ha parlato di “un giorno molto triste per l’America” facendo il punto con i giornalisti.
Questa è una persecuzione di un avversario politico.
Incriminato per l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, per il momento Trump resta un uomo libero. La giudice Moxila Upadhyaya ha autorizzato il suo rilascio, con una condizione da rispettare. Appuntamento ora al prossimo 28 agosto, per la prima udienza del processo che lo riguarda.
Nelle sue prime dichiarazioni dopo l’uscita al tribunale della capitale statunitense, Trump ha insistito sul discorso della “persecuzione di un avversario politico”, una cosa che “non dovrebbe succedere in America”.
La persecuzione di una persona che è in testa in modo significativo nei sondaggi delle primarie repubblicane ed è anche molto in vantaggio su Biden. Così, se non è possibile batterlo, allora si sceglie di perseguirlo e incriminarlo, non possiamo permettere che questo succeda in America.
In tribunale Usa per il processo Trump si dichiara ancora una volta “non colpevole”
Trump si è recato in un tribunale per la terza volta in pochi mesi: solo in altre due occasioni prima d’ora un ex presidente degli Stati Uniti era stato messo in stato d’arresto. Quella attuale, però, è senz’altro la circostanza più grave nella storia del Paese.
L’accusa a suo carico è quella di aver fomentato i disordini dei suoi sostenitori dopo l’esito delle presidenziali del 2020. Sono quattro i capi di imputazione presentati dal procuratore Jack Smith. Si parla di cospirazione per frodare gli Stati Uniti, cospirazione per ostruire un procedimento ufficiale, ostruzione e tentativo di ostruzione di un procedimento ufficiale, cospirazione contro i diritti civili (di voto).
Arrivato in aula intorno alle 22 di ieri, ora italiana, Trump si è presentato con l’ormai consueto look che lo contraddistingue: abito blu, cravatta rossa, camicia bianca. Da quel momento è stato preso ufficialmente in consegna dalle autorità.
In tribunale era affiancato dai suoi avvocati, Todd Blanche e John F. Lauro. Per l’occasione Washington era completamente blindata, tra transenne, spazzaneve e uno spiegamento di forze dell’ordine.
Vietata, su imposizione della giudice Upadhyaya, che ha presieduto la seduta, ogni forma di registrazione elettronica in aula. Trump, secondo la ricostruzione di un cronista del New York Times, ha trascorso diversi minuti a fissare con insistenza il procuratore speciale Jack Smith.
All’uscita dalla seduta, l’ex presidente è tornato a dichiararsi “non colpevole“ per tutti e quattro i capi di imputazione letti dalla giudice. La giudice Upadhyaya lo ha avvertito: riguardo ai fatti oggetto del caso, “non deve avere comunicazioni con testimoni se non tramite o in presenza degli avvocati”. Con una violazione di questa condizione, Trump finirebbe in arresto.
“Biden ha detto al procuratore generale di accusarmi”
In un post sul social media Truth, Trump si è scagliato ancora una volta contro Joe Biden, a suo dire il principale responsabile della sua incriminazione.
Non è colpa mia se il mio avversario politico nel partito democratico, il ‘corrotto’ Joe Biden, ha detto al suo procuratore generale di accusare il principale (di gran lunga!) candidato repubblicano ed ex presidente degli Stati Uniti, io, con tutti i crimini possibili così da costringerlo a spendere tutti i soldi per la difesa.
A detta del tycoon, i democratici “non vogliono correre” contro di lui, “altrimenti non avrebbero avviato questa strumentalizzazione senza precedenti della giustizia”.
Un discorso che si dimostra condiviso da molti elettori repubblicani, tuttora convinti che l’ex presidente sia vittima di una congiura. Lo dimostra un sondaggio della Cnn sulla validità della vittoria di Biden alle elezioni del 2020. Secondo l’emittente televisiva, il 69% dei repubblicani ritiene questa vittoria illegittima.