Franco Battiato, quando e di cosa è morto? Ecco cosa sappiamo sul decesso di uno dei più grandi cantautori della storia della musica italiana.

Franco Battiato, quando è morto?

Franco Battiato è morto il 18 maggio 2021, all’età di 76 anni. Il cantautore si è spento nella sua casa di Praino, frazione di Milo in provincia di Catania.

Di cosa è morto Franco Battiato?

A distanza di oltre due anni dal decesso, l’esatta causa della morte di Battiato rimane ignota. Da tempo, il cantautore era malato e si era ritirato dalle scene. La sua famiglia però ha sempre mantenuto il massimo riserbo sulle sue condizioni di salute e ha fatto lo stesso riguardo alla malattia che ha portato al decesso.

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Battiato era affetto da una malattia degenerativa. A confermarlo, uno dei sacerdoti che ha officiato il rito funebre, nonché amico del cantautore. Inoltre Roberto Ferri, storico collaboratore di Battiato, ha dichiarato che tutti erano preparati alla dipartita del Maestro: “Sapevamo che soffriva di una malattia neurologica”. Ferri ha aggiunto che da quando l’artista non lo riconosceva più, lui aveva scelto di interrompere i rapporti, “anche perché non riuscivo più a parlarci”.

La carriera

Franco Battiato era uno dei più importanti cantautori italiani, che ha espresso idee esoteriche in testi orecchiabili e, artista da sempre eclettico, ha anche composto opere e colonne sonore di film, diretto film e dipinto.

In una carriera di quasi 60 anni, Battiato ha esplorato un’ampia varietà di generi musicali con un occhio all’innovazione. I suoi lavori includevano musica elettronica sperimentale, composizioni sinfoniche e balletti oltre a canzoni pop. Le qualità mistiche e spirituali hanno permeato gran parte del suo lavoro.

Battiato ha iniziato la sua carriera esibendosi in un cabaret a Milano. Ha raggiunto un pubblico più ampio negli anni ’60, quando è apparso in uno spettacolo di varietà sulla televisione nazionale. Il suo “La Voce del Padrone”, pubblicato nel 1981, è stato il primo album pop di un musicista italiano a vendere un milione di copie.

Nonostante il suo successo commerciale, Battiato ha continuato a sperimentare. Ha composto musica che mescola temi storici, sociali, etnici e mistici; ha scritto testi in dialetti italiani e lingue straniere.

La canzone “Povera Patria” del 1991 , lamento su un’Italia schiacciata dall’abuso di potere e governata da “perfetti e inutili buffoni”, divenne un successo e alcuni dei suoi testi entrarono nel linguaggio quotidiano.

Fu anche pittore. In una video intervista del 2012, il signor Battiato ha spiegato di aver sempre avuto una curiosità irrequieta e, frustrato dalla sua mancanza di capacità di disegno, aveva deciso di imparare a dipingere. Le sue opere, inizialmente firmate con lo pseudonimo Süphan Barzani, sono state esposte in gallerie in Italia, Svezia e Stati Uniti. Ha disegnato le copertine di due dei suoi album e del libretto per la sua seconda opera, “Gilgamesh”, scritta nel 1992.

Le sue colonne sonore per film italiani includono quella per “Una vita violenta” (1990), sull’artista rinascimentale Benvenuto Cellini. Compose inoltre musiche per balletti rappresentati al Teatro del Maggio Musicale di Firenze. E come regista è stato nominato “miglior regista esordiente” dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani nel 2004 per il suo “Amore perduto”, sul viaggio di un ragazzo dalla Sicilia a Milano negli anni ’50.

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