Linea dura dell’Inps sull’Assegno unico universale (Auu) per i figli: chi non aggiorna l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) e continua ad avere un importo errato entro settembre prossimo, vedrà scendere l’importo corrisposto mensilmente a quello minimo. Il tutto in attesa della correzione, che dovrà avvenire anche in maniera rapida per non perdere gli arretrati tra l’importo spettante e quanto effettivamente versato dall’Inps per l’indennità per i figli.
Non ci sarà più attesa, dunque, da parte dell’Istituto di previdenza per le famiglie fruitrici dell’Assegno unico per i figli che non siano in regola con la documentazione da produrre, in particolare con l’Isee. La precisazione arriva dal messaggio dello stesso Istituto di previdenza numero 2856 del 2023. In presenza di un indicatore non corretto (o difforme), finora l’Isee ha comunque pagato l’Assegno unico universale, cosa che non avverrà più a partire dal prossimo mese di settembre.
Assegno unico per i figli, importo scende al minimo a chi non aggiorna Isee entro settembre 2023: come fare la correzione
Pugno duro dell’Inps sul pagamento dell’Assegno unico per i figli in merito alla correttezza dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee). A partire dal prossimo mese di settembre, l’Istituto di previdenza taglierà l’indennità universale portandola all’importo minimo (che, per il 2023, corrisponde a circa 54 euro al mese), in attesa che la famiglia fruitrice dell’assegno provveda alla correzione. A darne notizia è lo stesso Istituto di previdenza con il messaggio numero 2856 del 2023, in base al quale informa che non saranno più tollerati indicatori difformi o non corretti ai fini dell’erogazione piena dell’Assegno unico.
In effetti, anche se non corretto, l’Inps ha sempre pagato l’Assegno unico per i figli in misura completa, relegando l’importo minimo di 54 euro alle sole famiglie che non avessero provveduto alla presentazione dell’Isee aggiornato a partire da marzo. Cinque mesi fa, infatti, chi non aveva provveduto ad aggiornare l’Indicatore della situazione reddituale, aveva visto scendere l’importo mensile a 54 euro a partire dalla rata di marzo 2023. Con l’aggiornamento fatto entro la fine di giugno, ciascuna famiglia ha potuto recuperare gli importi spettanti al 100%.
Nuova domanda indennità per i figli per chi ha perso il Reddito di cittadinanza
A tal proposito, l’Inps informa che per recuperare la differenza di importo tra l’Assegno unico per i figli spettanti e quello erogato al minimo da settembre 2023 per l’Isee non corretta, bisognerà procedere in fretta. Infatti, la correzione potrà avvenire entro la fine del 2023 per ricevere gli arretrati spettanti dalla mensilità per la quale la famiglia abbia ricevuto poco più di 54 euro.
Tra gli adempimenti spettanti a chi percepisca l’Assegno unico per i figli, vi è anche il riconoscimento della quota spettante sul versamento del Reddito di cittadinanza. Infatti, con lo stop al Reddito di cittadinanza entro il 31 dicembre 2023 (già da agosto o entro l’autunno per i soggetti “occupabili”), c’è da prestare attenzione a non perdere anche la quota relativa all’indennità per i figli che l’Inps versa insieme al Reddito di cittadinanza già dall’istituzione della misura, ovvero da marzo 2022.
Per effetto dei cambiamenti apportati dal decreto “Lavoro” (Dl 48 del 4 maggio 2023), e in previsione della sospensione del pagamento del Reddito di cittadinanza, per evitare di subire anche la sospensione d’ufficio dell’Assegno unico universale le famiglie dovranno inoltrare all’Istituto di previdenza una nuova domanda dell’indennità per i figli entro l’ultimo giorno del mese di competenza del Reddito di cittadinanza.