I sogni di grandi e piccini sono andati in fumo. L’oasi verde nel grigiore del Centro di Roma non c’è più. Un incendio ha distrutto, nella notte tra il 2 e il 3 agosto, l’asilo nel bosco dell’associazione La Fattorietta, all’interno del parco Piccolomini. Ma nell’area aleggia il sentore che a innescare le fiamme siano state le mani di qualcuno.

La Fattorietta è un circolo Arci attivo sin dal 2004. Vent’anni in cui si sono sempre occupati dei piccoli, ma anche degli ultimi e delle persone più fragili, con il nobile obiettivo di avvicinare – nuovamente – le persone alla natura. Tante sono le loro attività, con alla base l’outdoor education. Si parte dall’onoterapia per passare agli orti didattici, fino ad arrivare all’iniziativa dell’asilo nel bosco.

Roma, incendio a ‘La Fattorietta’: le attività dell’associazione

Molti sono i ragazzi disabili, inviati dall’Asl con tirocini di inclusione sociale, che vengono per fare agroecologia. Così come i minori in messa alla prova, cioè posti a misura cautelare.

Il ragazzo disabile fa molta fatica ad essere inserito nell’alternanza scuola-lavoro perché per loro è complicato stare nei ritmi del mercato del lavoro. La natura è un grande contenitore all’interno del quale ognuno trova un suo spazio”, racconta Barbara Manara, responsabile pedagogica dell’associazione”. Proprio insieme ai ragazzi disabili è stato “realizzato questo orto sinergico”.

Ne La Fattorietta sono presenti molti animali. “Non siamo un santuario”, spiega Manara, “ma ospitiamo animali per lo più salvati o da situazioni di maltrattamento o da allevamenti intensivi“. Fortunatamente le fiamme dell’incendio non hanno causato danni a persone o animali. Il rogo è nato all’interno della struttura che ospita l’asilo nel bosco, mentre gli animali si trovano in un’altra area.

Molti dubbi dietro l‘incendio. Gli stessi soccorsi giunti per spegnere le fiamme non escludono l’operato di una persona. “I vigili del fuoco – aggiunge Manara – ci hanno detto che avrebbero mandato una informativa alla Procura, non escludendo l’ipotesi dolosa. Dovranno tornare a fare i sopralluoghi perché ieri sera era molto buio e c’era molto fumo”.

Anche all’interno de La Fattorietta il pensiero va al dolo. E non a caso. “Per quanto spiacevole sia questo pensiero, crediamo che ci possa essere la mano di qualcuno. Non c’era nulla di infiammabile all’interno”. Difatti, spiega Manara, la struttura era in legno e all’interno non c’era plastica, bombole di gas o altro materiale altamente pericoloso. C’era un impianto elettrico, ma “era spento dal quadro esterno” e “l’unica presa attiva era quella del frigorifero ma è anche la parte meno danneggiata”. Diversi testimoni parlano infatti di alte lingue di fuoco che “partivano dal centro della struttura“.

Anche se si dovesse accertare il dolo, cioè che qualcuno si sia introdotto e abbia dato fuoco alla struttura, potrebbe essere difficile risalire al colpevole visto che l’incendio è scoppiato intorno la mezzanotte e a quell’ora tutta l’area è al buio, senza contare la scarsa – se non nessuna – presenza di telecamere di sicurezza all’interno del parco.

E dall’Associazione escludono che si possa trattare qualcuno del territorio. “Noi siamo un’oasi di verde all’interno di un territorio molto urbanizzato. Non facciamo eventi serali, non facciamo musica. Il nostro target sono bambini e famiglie. Non siamo sicuramente un disturbo per il territorio.  Visti i rapporti che abbiamo e le attività che facciamo, mi rimane difficile crederlo”, sottolinea la responsabile pedagogica dell’Associazione.

L’asilo nel bosco de La Fattorietta

Ora, però, il dado è tratto e la tragedia consumata. Una tragedia, nonché dispiacere, per 31 famiglie che avrebbero dovuto mandare i loro piccoli all’asilo nel bosco, a partire dall’1 settembre fino a giugno. “Un asilo nel bosco – aggiunge Manara – non è una scuola riconosciuta perché siamo un’associazione e rivolgiamo le nostre attività solo ai soci. Per cui è un progetto di educazione parentale ispirato ai principi dell’outdoor education che ospita bambini dai 18 mesi ai 6 anni. Ci sono 6 educatrici che sono molto spaventate di perdere il lavoro. Anche le famiglie temono di perdere l’opportunità”.

Ma La Fattorietta offre un percorso educativo a 360 gradi. Non solo insegnanti, ma anche un team composto da formatori, pedagogisti e psicologi che lavorano anche con le famiglie. “È una presa in carico totale, della famiglia. Cerchiamo di far caprie qual è il valore della natura. Il bambino il bosco lo ha dentro, noi adulti lo abbiamo dimenticato”.

Adesso la vera sfida per l’Associazione sarà quello di ingranare nuovamente la marcia e ricostruire tutto, partendo dalle fondamenta, per non lasciare a ‘piedi’ intere famiglie. Ma non sarà semplice perché il danno è ingente ed, essendo La Fattorietta un’associazione di promozione sociale, non ha fondi illimitati. Proprio per questo, dice Manara, molto probabilmente sarà lanciata una raccolta fondi.

Beh, è anche vero che in 20 anni l’Associazione ha condotto diverse battaglie, vincendole sempre anche grazie alle persone che vivono il quartiere. “Ogni tot anni dobbiamo batterci per evitare progetti speculativi”.

“È vero che qui c’è un vincolo di non edificabilità, ma le norme si cambiano. Le norme m danno fiducia oggi, ma non per il futuro. Fortunatamente il quartiere, che si è sempre battuto, dal 1975 a oggi sono stati tanti i progetti che si sono alternati e che hanno provato a mettere le mani su quest’area“. Iniziative, dunque, bloccate dal comitato di quartiere che la Fattorietta appoggia (e di cui Barbara Manara è portavoce).

Dopo l’incendio le istituzioni hanno sostenuto la loro vicinanza all’Associazione. Dal presidente e dagli assessori del Municipio XIII, sino ad arrivare all’assessore alla Scuola, Claudia Pratelli. Tutto questo testimonia il loro buon operato. Tutti sono vicini, dal cittadino sino alle istituzioni. Ora vediamo se La Fattorietta sarà anche una fenice.