Dopo che il deputato del Pd Piero Fassino ha sventolato in Aula alla Camera il cedolino contenente la propria retribuzione mensile, in molti si pongono tutti la stessa domanda: ma quanto guadagna un parlamentare in Italia? Certo, l’intenzione del dem era quella di dimostrare che il suo non era uno dei famigerati “stipendi d’oro”, tuttavia i numeri relativi agli stipendi di deputati e senatori sono tutt’altro che bassi. Vediamoli insieme.
Quanto guadagna un parlamentare in Italia: lo stipendio dei deputati
A fornirci un’anticipazione di quello che portano a casa ogni mese i deputati della Camera è stato lo stesso Fassino, il quale ha ammesso di avere una busta paga non dorata, ma comunque con una “buona indennità”. Non si è trattato di una lamentela, ma di una semplice costatazione.
E a quanto ammonta questa indennità? I numeri e le cifre sono pubblici e a disposizione di tutti i più curiosi. Forse non tutti sanno inoltre che l’indennità parlamentare è prevista dall’articolo 69 della Costituzione. Dunque c’è una legge che la regola. Ma andiamo nel dettaglio.
Per quanto riguarda i deputati, lo stipendio lordo ammonta a 10.435 euro. A questa somma vanno però sottratte le ritenute previdenziali (come la pensione e l’assegno di fine mandato), quelle assistenziali (ad esempio l’assistenza sanitaria) e anche quelle fiscali (l’Irpef e le addizionali regionali e comunali).
Togliendo dunque al lordo tutte queste tasse, l’importo netto dell’indennità di un deputato italiano ammonta a circa 4.750 euro. La stessa somma indicata da Piero Fassino, deputato del Pd. Ma attenzione: non è finita qui.
Allo stipendio di ogni deputato italiano dobbiamo aggiungere:
- Una diaria (ovvero una specie di rimborso forfettario per le spese di trasferta) che ammonta 3.503,11 euro
- Un rimborso spese per l’esercizio del mandato pari a 3.690 euro
- Un rimborso telefonico per 1.200 euro annui
- Fino a 3.995,10 euro per i trasporti ogni tre mesi
Lo stipendio dei senatori
Passiamo ora all’indennità dei senatori. Essa è leggermente più alta. Il lordo generalmente è pari a 10.385,31 euro mensili. La insomma si riduce a 10.064,77 per coloro che svolgono anche un’altra attività lavorativa. Anche in questo caso bisogna considerare le ritenute fiscali sopra elencate. Si arriva ad uno stipendio che ammonta a 5.304,89 euro al mese.
Anche i senatori, esattamente come i deputati, hanno poi diritto a vari e diversi rimborsi spese. Il primo fra tutti è quello per l’esercizio di mandato pari a 4.180 euro al mese. Poi c’è il rimborso forfettario mensile di 1.650 euro. Poi anche per loro c’è una diaria.
I senatori italiani infine hanno diritto a delle tessere ad uso esclusivamente personale per la libera circolazione sui mezzi pubblici. Dunque, in quest’ultimo caso, non hanno alcun rimborso perché viaggiano gratuitamente in tutto il Paese.
Quanto guadagna un parlamentare in Italia: il confronto con l’Europa
In Italia ormai da anni sentiamo parlare di politici e dei loro “stipendi d’oro”. E, considerate le cifre sopra elencate, non è possibile negare che i guadagni dei parlamentari sia basso. Anzi, il contrario. Ciò fa riflettere e scatena anche, ogni volta che se ne parla, migliaia e migliaia di critiche e di commenti negativi da parte di tutti gli altri lavoratori all’interno del nostro Paese.
C’è poi una seconda lamentela che spesso viene mossa nei confronti dei deputati e senatori italiani. Consiste nel fatto che nel resto d’Europa guadagnino di meno. Per capire le origini di tale recriminazione basta fare un semplice confronto.
Prendiamo ad esempio lo stipendio dei parlamentari inglesi. Mentre quello degli italiani ammonta a circa 120mila sterline all’anno, quello dei britannici è sulle 66mila. Insomma, rispetto ai loro colleghi, gli italiani percepiscono quasi il doppio. In altri paesi europei come la Spagna o la Germania le cifre sono ancora più basse. Dunque il divario con il nostro Paese si fa ancora più ampio.
Capiamo bene che anche in questo caso non si tratta di una semplice diceria. Nella nostra nazione, soprattutto in questi ultimi anni, sono state fatte diverse battaglie per ridurre lo stipendio dei politici. Battaglie che a volte sono andate a buon fine, ma tanti altre volte sono andate anzi a vuoto.