Si torna a parlare oggi dell’omicidio di Genova: le ultime notizie rivelano che Tito e Bob, i due uomini accusati di aver ucciso un loro giovane dipendente, il 19enne Mahmoud Abdalla, nella notte del delitto sarebbero usciti per motivi di svago. Avrebbero inoltre adottato, nelle ore successive all’uccisione del ragazzo, un atteggiamento leggero e abbastanza spensierato.
Omicidio Genova: ultime notizie e dichiarazioni del Gip
A fornirci maggiori dettagli oggi, giovedì 3 agosto 2023, è il documento firmato dal Gip nell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei due uomini egiziani, soprannominati Tito e Bob. Per il momento essi sono ritenuti i possibili autori dell’omicidio. Mahmoud Abdalla era un giovane di 19 anni che lavorava come barbiere presso una delle loro attività. Sognava però di cambiare posto di lavoro.
La scorsa domenica, il 23 luglio, il ragazzo è stato ucciso in un modo molto brutale. Egli è stato decapitato, smembrato e fatto a pezzi. Il suo corpo è stato messo all’interno di una valigia. Questa poi è stata posta su un taxi che ha viaggiato nella notte tra diverse località nella provincia di Genova.
Stando all’analisi del Gip che si sta occupando di questo caso, i due soggetti ritenuti responsabili dell’uccisione del loro dipendente, nella notte in cui avrebbero consumato il delitto sarebbero usciti per motivi di svago. Sarebbero usciti a divertirsi, come se nulla fosse.
Tale considerazione, di fatto, smentisce l’ipotesi secondo la quale uno di loro due avrebbe agito sotto minaccia. Inoltre, sempre il Gip, rivela oggi, in un documento ufficiale, che Tito e Bob, i due parrucchieri egiziani, sempre in quell’occasione, avrebbero dimostrato un atteggiamento tutt’altro che preoccupato.
Ecco che cosa si legge dunque nell’ordinanza di custodia cautelare:
I due presunti killer sono usciti nella notte per motivi di svago, elemento che smentisce in modo certo che uno dei due avesse agito sotto minaccia o in preda al panico. […] Poco dopo il delitto hanno avuto un atteggiamento leggero e privo di pensieri.
Ma non è finita qui. Il giudice che, insieme ad esperti ed inquirenti, sta cercando di fare chiarezza questo terribile delitto che si è verificato a Genova, sottolinea anche che i due uomini si sarebbero divisi i compiti quasi in modo scientifico. Il loro obiettivo probabilmente era quello di far perdere le tracce del 19enne.
La ricostruzione del delitto di Genova
Di fondamentale importanza per ricostruire l’intera vicenda sono state le immagini acquisite dalle telecamere di sorveglianza di Sestri Ponente (dove sembra essere avvenuto il delitto) e di Chiavari (dove i due presunti assassini avrebbero trasportato il corpo in taxi dopo averlo fatto a pezzetti).
Sembra che i due parrucchieri egiziani volessero far sparire il cadavere del giovane gettandolo alla foce del fiume Entella. Per il momento ci sono ancora diversi punti da chiarire ma, per adesso, la ricostruzione racconta che i due datori di lavoro avrebbero dato appuntamento al ragazzo in uno dei loro negozi per convincerlo a non abbandonare il lavoro.
Dall’altra lato però Mahmoud Abdalla era convinto di trovare un altro impiego perché si sentiva sfruttato. Aveva anche, come è emerso nei giorni successivi alla sua uccisione, già denunciato Bob e Tito alla Guardia di finanza.
Le confessioni di Bob e Tito
Inizialmente i due parrucchieri avevano negato ogni accusa. Poi però gli erano state messe davanti le prove schiaccianti del delitto. A questo punto avevano confessato, dando però versioni differenti. Bob aveva riferito che il collega aveva litigato con il ragazzo. Aveva raccontato che il barbiere di 19 anni avrebbe inferto varie coltellate al datore di lavoro e lo avrebbe intimato di non dire nulla alla polizia.
Dall’altra parto, Tito, l’altro uomo accusato di aver ucciso il giovane, ha riferito che avrebbero litigato entrambi con la vittima e che questa avrebbe minacciati entrambi con un fendente. Per spiegare i tagli sul corpo del ragazzo, i due uomini egiziani danno la “colpa” alle correnti d’acqua che agitano la foce dell’Entella.