La centrale nucleare del Garigliano, situata nell’Italia centrale, è un impianto nucleare di prima generazione.
Costruita in quattro anni, dal 1959 al 1963, dalla SNN (Società Elettronucleare Nazionale) e gestita da SOGIN S.p.A.
Entrata in servizio nel 1964, sotto la supervisione dell’ENEA e con la tecnologia fornita dal colosso statunitense General Electric, la centrale elettrica del Garigliano è stata protagonista della produzione elettrica nucleare italiana.
Nel 1982 l’impianto necessitò di un fermo tecnico, per manutenzione ordinaria.
Realizzata con un unico reattore da 150 MW, fornito da GE-Ansaldo, alimentato con Uranio leggermente arricchito e moderato con acqua leggera; la centrale ha prodotto dal 1964 al 1982 circa 12.2 TWh di energia elettrica.
Italia, la storia della centrale del Garigliano:
La storia della centrale nucleare del Garigliano, in provincia di Caserta, è legata al progetto della Società Elettronucleare Nazionale e all’ingegnere Riccardo Morandi.
Costruita in appena quattro anni, dal 1959 al 1963, dalla stessa Società Elettronucleare Nazionale; la centrale del Garigliano è un impianto nucleare di prima generazione.
Realizzata con un unico reattore, situato all’interno di una cupola di contenimento in acciaio con quarantotto metri di diametro e con potenza stimata pari a centocinquanta megawatt; l’impianto è classificato come un sito nucleare di prima generazione con tecnologia Bowling Water Reactor.
Sotto la supervisione del CNRN e attraverso la tecnologia fornita dal colosso statunitense General Electric, l’impianto veniva considerato all’avanguardia e in grado di operare anche in condizioni avverse.
Nell’aprile del 1964, dopo severi test di collaudo e monitoraggio, la centrale nucleare del Garigliano iniziò la produzione di energia elettrica; generata da reazione nucleare.
Nel 1965, con una ingente manovra finanziaria, la proprietà della centrale elettrica del Garigliano passò ad Enel; che assunse il pieno controllo del sito produttivo.
Nel 1978, le condizioni operative del sito imponevano uno stop programmato per manutenzione; durante il quale bisognava necessariamente apportare fondamentali aggiornamenti tecnologici, per rendere il sito idoneo ai nuovi standard.
I costi di aggiornamento risultarono, dalle stime condotte dai tecnici, estremamente elevati; tanto da rendere l’aggiornamento del sito anti-economico, considerando anche i pochi anni utili di esercizio che restavano all’impianto nucleare.
Il primo marzo 1982, dopo diciotto anni di operatività e 12,2 TWh di energia elettrica prodotta, la centrale elettrica del Garigliano venne definitivamente disattivata.
Nel 1999, la proprietà del sito passo da Enel a SOGIN; che venne incaricato di condurre le operazioni di smantellamento, del sito nucleare.
Il reattore, il cuore dell’impianto:
Il sito nucleare del Garigliano è realizzato con un unico reattore nucleare, fornito da Ansaldo Meccanico Nucleare, il ramo azienda le di Ansaldo specializzato nella tecnologia nucleare.
Costruito con tecnologia BWR (Bowling Water Reactor) a ciclo duale, il reattore permise di generare 12.2 TWh di energia elettrica dal 1964 fino al 1982.
Situato nella zona centrale dell’impianto, chiamata isola nucleare, il reattore è racchiuso in un contenitore di sicurezza, con diametro di quarantotto metri, realizzato in acciaio.
Nell’isola nucleare, oltre al reattore, sono presenti anche i generatori di vapore e tutte le apparecchiature necessarie per convertire l’energia cinetica delle turbine, azionate con il vapore generato dalla reazione nucleare, in energia elettrica prodotta dai generatori elettrici.
Lo smantellamento del reattore:
Lo smantellamento del sito iniziò nel 1982, con le operazioni di drenaggio delle vasche contenenti l’acqua per il raffreddamento del nucleo.
Nel biennio compreso tra il 1996 e il 1998, con opportune operazioni, si è provveduto al drenaggio delle resine radioattive; utilizzate per trattare l’acqua durante il ciclo termico di funzionamento dell’impianto.
Dal 1999 la Sogin, divenuta proprietaria del sito al posto di Enel, ha avviato le fasi di dismissione del sito.
Le prime operazione di bonifica del sito, condotte da Sogin, hanno riguardato i rivestimenti di Amianto del reattore e della turbina.
Nel quadriennio dal 2016 al 2020, la Sogin ha provveduto alle operazioni di ripristino degli impianti ausiliari del reattore; per avviare in seguito le operazioni di smantellamento dello stesso reattore.
2027, obiettivo ultima fase dello smantellamento:
Con l’iter di gara di trentasei milioni di euro, Sogin avvia l’ultima fase dello smantellamento della centrale nucleare del Garigliano.
Le operazioni prevedono lo smantellamento della cupola d’acciaio, con diametro di quarantotto metri chiamata in gergo “Vassel”, situata nella zona dell’impianto chiamata isola nucleare.
Il Vassel è la zona più calda, in termini di radioattività, della centrale nucleare. Per questo verranno richieste procedure operative mirate al contenimento della radiazione, per evitare fughe radioattive.
Nei termini della gara, Sogen indica le linee guida da seguire durante le fasi di smantellamento del Vassel.
Prevedendo che le operazioni fortemente contaminanti, come lo smantellamento del reattore, avvengano sotto battente d’acqua; considerato elemento neutro per la radioattività.
Gianni Truini