Dall’armadio in cui si era nascosto per tendere un agguato all’ex fidanzata Sofia Castelli, Zakaria Atqaoui avrebbe inviato a un suo amico un messaggio che diceva:

Ti giuro che me la paga. Che vergogna. Mi vergogno, f**a, di essere stato con una così.

Si riferiva alla giovane che poco dopo avrebbe ucciso a coltellate, nel sonno: era convinto che lo “tradisse” (anche se non stavano più insieme) e che, la sera del delitto, sarebbe rientrata a casa dalla discoteca insieme ad un altro. Per tutta la sera ne aveva controllato gli spostamenti dal cellulare, guardandone le storie su Instagram, pronto a mettere in atto il suo brutale piano.

Il nascondiglio, i messaggi, il coltello (cambiato): cosa c’è nella confessione di Atqaoui sull’omicidio di Sofia Castelli a Cologno Monzese

Sofia aveva deciso di mettere la parola “fine” alla loro relazione proprio a causa dei suoi atteggiamenti. “Era possessivo”, la controllava, “lei non ne poteva più”, hanno raccontato le sue amiche. Ne era ossessionato al punto di non riuscire ad accettare la sua decisione e di voler provare a riallacciare ad ogni costo i legami. Per questo, il giorno prima dell’omicidio, era andato da lei, portandole la colazione.

Lì, in quella casa di cui – per molto tempo, durante il lockdown – era stato ospite, e nella quale avrebbe ucciso la giovane, era poi entrato usando un mazzo di chiavi rubato.

Volevo soprenderla,

ha confessato agli inquirenti che gli hanno chiesto come mai si fosse nascosto per ore in un armadio. Pensava che sarebbe rincasata con un ragazzo. Invece con lei, dopo le 6, era arrivata una sua amica. Lui se ne stava ancora rintanato nel suo nascondiglio, con i piedi scalzi e un coltello tra le mani.

Ho atteso che la sua amica se ne andasse, ma non se ne è andata. Lì è scattato qualcosa.

Dopo averle sentite parlare di “Riccardo”, il ragazzo con cui, secondo lui, Sofia si stava frequentando, in lui sarebbe montata la rabbia. Avrebbe quindi aspettato che la ragazza si addormentasse. Poi, una volta uscito dall’armadio, dopo aver cambiato il coltello (quello precedente non era “adatto”, ha detto), l’avrebbe colpita ripetutamente nel sonno.

I momenti successivi all’omicidio

Mi sono scagliato contro di lei: ho sferrato il primo colpo al collo, poi altre due volte,

ha spiegato, senza riuscire a ricordarsi se Sofia abbia avuto o meno il tempo di accorgersi di quanto stava accadendo e provare a difendersi. Sarà l’autopsia a stabilirlo, facendo chiarezza anche sul numero delle coltellate che le ha inferto.

Quando ho preso coscienza di ciò che era successo ero zuppo di sangue,

ha proseguito Atqaoui, che infatti si sarebbe cambiato i vestiti e le scarpe, infilandosi (“per sbaglio”) quelle di Sofia e sarebbe uscito di casa, consegnandosi a una pattuglia della polizia locale incontrata per strada. Il gip ha disposto per lui la misura cautelare del carcere. È convinto che abbia premeditato il delitto.

Rabbia e dolore alla fiaccolata per la vittima prima dei funerali

Ieri sera a Cologno Monzese si è tenuta, intanto, una fiaccolata in ricordo della vittima. Circa duemila persone si sono riunite e hanno manifestato sotto il condominio in cui Sofia viveva insieme ai genitori e al fratello minore, che al momento dei fatti si trovavano in Sardegna dai nonni. Anche lei avrebbe dovuto raggiungerli, per festeggiare le loro nozze d’oro.

Non poteva sapere, né immaginare, che non avrebbe mai potuto prendere l’aereo che aveva prenotato.

Solo vent’anni aveva. (Il presunto assassino, ndr) ha distrutto una famiglia,

ha gridato qualcuno nel corso della manifestazione. Sabato 5 agosto, alle ore 10, si terranno i funerali.

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