Prenderà il via il prossimo 8 settembre il nuovo processo d’Appello nei confronti del 15enne accusato dell’accoltellamento di Marta Novello, avvenuto a Mogliano Veneto, in provincia di Treviso, nel marzo del 2021. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, che, con la sua sentenza, ha annullato la condanna inflittagli in secondo grado.
Lui, intanto, resta a Londra, dove aveva potuto recarsi – raggiungendo la madre – a causa di un errore di notifica del provvedimento con cui, dopo la scarcerazione, in attesa del giudizio, avrebbe dovuto essere ospitato in una struttura. Il suo trasferimento aveva lasciato incredula l’opinione pubblica, amareggiando ancora di più la famiglia della vittima, che aspetta che sia fatta giustizia.
Accoltellamento di Marta Novello a Mogliano Veneto: verso il nuovo processo in Appello
I fatti risalgono alla sera del 22 marzo 2021. Marta Novello aveva 26 anni quando, facendo jogging lungo via Marignana, a Mogliano Veneto, era stata aggredita alle spalle dal 15enne, che l’aveva colpita ripetutamente con un coltello, lasciandola in fin di vita ai margini della strada. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti nel corso delle indagini, era uscito di casa con l’intento di compiere una rapina e procurarsi il denaro necessario ad acquistare le sostanze stupefacenti di cui faceva regolarmente uso.
Fin quando, vedendo la giovane, non aveva deciso di assalirla, senza motivo. Dopo una serie di operazioni, pur avendo riportato danni gravissimi agli organi interni, Marta era riuscita a salvarsi. L’accusa a carico del 15enne era stata, quindi, di tentato omicidio pluriaggravato e tentata rapina aggravata. Il Tribunale per i minorenni, alla fine, lo aveva condannato, in primo grado, a 6 anni, 8 mesi e 4 giorni di reclusione, scesi a 5 anni in Appello. Secondo la Corte di Cassazione, però, il processo di secondo grado è da rifare. Questo perché
non sarebbe ben spiegato come il parziale problema psichiatrico del 15enne avrebbe influito sulla sua marcata immaturità (immaturità che, secondo gli esperti, non gli avrebbe consentito di discernere tra bene e male, ndr).
A riportarlo è il Corriere della Sera, che fa sapere che il dibattimento riprenderà il prossimo 8 settembre.
L’errore di notifica e il trasferimento a Londra
L’imputato, nel frattempo, ha potuto recarsi a Londra, dove si trova ancora adesso. La sua “fuga” è frutto di un errore di notifica del provvedimento con cui il giudice aveva stabilito che – in attesa del nuovo giudizio -, una volta scaduti i termini per la custodia cautelare nell’istituto penitenziario napoletano di Nisida, avrebbe dovuto essere ospitato in una comunità terapeutica – già individuata a Trieste – e avviare un percorso di cura e riabilitazione sociale.
Notifica che, invece di essere datata al 20 luglio, era stata datata al 20 settembre, arrivando al minorenne quando era ormai all’estero, dove aveva raggiunto la madre. Un fatto gravissimo – condannato anche dall’allora Guardasigilli, Marta Cartabia, che aveva aperto un apposito fascicolo d’inchiesta -, che ebbe non poche ripercussioni sulla vittima, già provata dall’accaduto.
Non è facile, per Marta, accettare l’idea che appena sedici mesi dopo averle inferto 23 coltellate, il responsabile sia già a piede libero,
aveva dichiarato il suo legale, l’avvocato Alberto Barbaro, che si era anche chiesto se lo Stato sarebbe stato in grado di riportarlo in Italia e fargli scontare la pena che gli spetta per quanto ha commesso. Lo si scoprirà a settembre, quando, per l’ennesima volta, si tornerà in aula a discutere della vicenda. Vicenda che aveva sconvolto l’opinione pubblica e che, dopo due anni, resta impunita.