Condanna a morte per l’uomo che assaltò armato la sinagoga della città di Pittsburgh, in Pennsylvania. La decisione della giustizia americana arriva a quasi 5 anni di distanza dal massacro che causò 11 morti e 6 feriti.
Condanna a morte per l’omicida
Era sabato, 27 ottobre 018, quando Robert Bowers fece irruzione all’interno della sinagoga Tree of Life di Pittsburgh, sede di tre congregazioni ebraiche distinte, due delle quali avevano iniziato da poco le liturgie del sabato. Solo 8 furono le persone che riuscirono ad abbandonare la sinagoga illese: sotto i colpi di Bowers morirono 11 persone, altre 6 quelle ferite. Di queste, 4 erano poliziotti intervenuti nell’area, colpiti dal pesante equipaggiamento dell’uomo: l’assassino infatti aveva con se tre pistole Glock e un fucile semiautomatico. Venti minuti di inferno, prima che l’uomo fosse costretto a rintanarsi nella struttura; un’ora e mezza dopo, con diverse ferite, la resa. In quello che è ancora a oggi il peggior attacco contro gli ebrei nella storia degli Stati Uniti. In un Paese dove, purtroppo, i fatti di sangue sono all’ordine del giorno.
La sparatoria alla sinagoga di Pittsburgh il peggior atto contro gli ebrei della storia USA
Dopo oltre 600 minuti di riunione, la giuria ha deliberato la prima condanna a morte dell’amministrazione Biden. La giuria ha deciso la sentenza mortale per Bowers, all’unanimità: tutti dovevano essere concordi per imporgli la pena di morte. La condanna per l’uomo era già arrivata lo scorso 16 giugno per tutte e 63 le accuse contro di lui: di questi, 22 erano reati capitali. Il 13 luglio si è ritenuto il condannato idoneo alla pena di morte, che oggi è stata confermata. I pubblici ministeri hanno sostenuto che Bowers ha effettuato gli omicidi a causa del suo odio verso gli ebrei e hanno evidenziato le testimonianze dei membri della famiglia delle vittime che parlavano dei loro cari, nonché la mancanza di rimorso dell’uomo per le sue azioni. In aula è stato anche dimostrato come, prima dell’attacco, Bowers ha passato anni a pubblicare commenti odiosi su immigrati ed ebrei sui social media, definendo i migranti come “invasori” e ha ripetutamente denigrato istituzioni ebraiche.