L’Agenzia delle entrate, con la pubblicazione della circolare n. 23/E del 1° agosto 2023, ha reso note le istruzioni sui fringe benefit, ovvero per fruire di un Bonus fino a 3000 euro in busta paga.

Si tratta di una misura esclusivamente per l’anno in corso rivolta ai lavoratori dipendenti con figli a carico. Il bonus viene riconosciuto a discrezione dei datori di lavoro e l’importo massimo spettante può anche raddoppiare in caso di figli a carico di entrambi i genitori.

Quella appena indicata è una delle novità illustrate dall’Agenzia delle entrate. Nel testo, spieghiamo come funzionano i fringe benefit e a chi spettano.

Fringe benefit, bonus fino a 3000 euro in busta paga: ecco le istruzioni dall’Agenzia delle entrate

L’Agenzia delle entrate, il 1° agosto 2023, ha pubblicato la circolare n. 23/E, nella quale ha delineato le istruzioni operative per la fruizione dei fringe benefit. Nella circolare, l’Agenzia delle entrate fornisce tutti i chiarimenti necessari ai datori di lavoro sulla nuova disciplina del welfare aziendale.

L’erogazione è a discrezione del datore di lavoro se erogare il bonus e anche in che misura. L’articolo 40 del Decreto Lavoro, in via transitoria, ha previsto una soglia più alta pari a 3000 euro, per le somme erogate ai lavoratori dipendenti con figli a carico. In via ordinaria, il tetto previsto è pari a 258,23 euro.

L’agevolazione si applica in misura intera ad ogni genitore, titolare di reddito di lavoro dipendente o assimilato, purché i figli siano fiscalmente a carico. È bene ricordare che sono considerati a carico i figli con reddito non superiore a 2.840,51 euro.

Cosa sono i fringe benefit in busta paga

I fringe benefit sono delle somme relative all’uso di beni e servizi che si affiancano alla retribuzione principale. Sostanzialmente, rappresentano una retribuzione in natura che viene concessa dal datore di lavoro.

Nel rispetto di determinati limiti, i fringe benefit non concorrono alla formazione di reddito. Pertanto, nelle buste paga, se attribuiti nel rispetto del tetto massimo stabilito, i fringe benefit non sono tassati.

Sono vantaggiosi solo per il lavoratore? No, anche il datore di lavoro ha qualche vantaggio, in quanto sono interamente deducibili. Il datore di lavoro può dedurre le somme, solo con qualche eccezione.

Bonus raddoppiato in alcuni casi

Il limite di 3000 euro da applicare ai fringe benefit è rivolto solo ai lavoratori dipendenti con figli a carico. Ma c’è un’ulteriore novità.
L’importo massimo spettante raddoppia nel caso di genitori entrambi lavoratori dipendenti con figli a carico al 50%. Quindi, ciascun datore di lavoro ha la possibilità di erogare il bonus nella soglia massima di 3000 euro. Sulla circolare, si legge quanto segue:

“L’agevolazione in commento è riconosciuta in misura intera a ogni genitore, titolare di reddito di lavoro dipendente e/o assimilato, anche in presenza di un unico figlio, purché lo stesso sia fiscalmente a carico di entrambi. Spetta, altresì, nel caso in cui il contribuente non possa beneficiare della detrazione per figli fiscalmente a carico di cui all’articolo 12 del TUIR poiché per gli stessi percepisce l’assegno unico e universale (AUU)”.

Come si richiede il bonus in busta paga

Il lavoratore deve essere in possesso di alcuni specifici requisiti. Pertanto, per ottenere il bonus in busta paga, deve presentare al datore di lavoro una dichiarazione, nella quale deve inserire il codice fiscale del figlio o dei figli a carico.

Come presentare la domanda? Il datore di lavoro e il lavoratore possono concordare come procedere. Non sono, infatti, previste specifiche modalità.

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