Le cause dirette dell’incidente alla funivia del Mottarone del 23 maggio 2021 sono da identificare nella rottura della fune, già deteriorata, e nel malfunzionamento del freno di emergenza. Dunque confermata la tesi dei periti del gip, che a sua volta avvalora quella dell’accusa. È quanto contenuto nelle conclusioni dell’indagine svolta dalla commissione tecnica ministeriale sul tragico evento che due anni fa provocò 14 vittime.
Sul tragico incidente alla funivia del Mottarone, i commissari nominati dall’allora ministro Giovannini hanno confermato la tesi del gip e dell’accusa.
Quello della commissione ministeriale è un approfondimento tecnico che “non può essere usato per attribuire colpe o responsabilità“, hanno precisato l’ingegner Roberto Maja, docente al Politecnico di Milano, e Sergio Simeone, esperto di tecnica e normativa ferroviaria, entrambi componenti del team che fu nominato dall’allora ministro dei Trasporti, Enrico Giovannini.
Così scrivono i commissari:
Le cause dirette dell’incidente sono da identificare nella rottura della fune traente superiore nelle immediate vicinanze dell’attacco a testa fusa per effetti connessi al progressivo invecchiamento di quel tratto di fune dovuto a pregressi fenomeni di fatica, di torsione per allungamento della fune e di corrosione non adeguatamente controllati e monitorati, e nella inibizione con dispositivi meccanici dell’intervento del freno di emergenza sulla portante.
L’usura della fune, i mancati controlli e la formazione del personale sono tra le cause dirette e indirette dell’indagine.
Quanto alle cause indirette, queste sarebbero da identificare nella “formazione, nella competenza e nella consapevolezza del personale”, e nella “mancanza di una struttura efficace e preparata alla missione”. Ma vengono individuate anche cause “sistemiche o a monte”, nella “necessità di aggiornamento della normativa di settore”.
Pertanto, la commissione ha poi elaborato “raccomandazioni ritenute un presidio preventivo da attuarsi per evitare il ripetersi di eventi analoghi“.
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