C’è aria di tempesta nel terzo polo, dopo le indiscrezioni della cena dello stato maggiore di Italia Viva al Twiga in Versilia in compagnia della ministra Santanchè, la rottura tra renziani e calendiani sembra essere alle porte.
Calenda vuole chiarezza mentre Renzi sfugge
Una situazione che è esplosa su Twitter dove, dopo le dichiarazioni di Giachetti (IV) da radio Leopolda che chiedevano una separazione dei due gruppi, Calenda senza mezzi termini ha rotto quel che restava dell’unione.
“I gruppi lavorano bene insieme su molte questioni di merito. – ha scritto il fondatore di Azione – Ma non vi è dubbio dal Salario Minimo alla Commissione Covid e all’elezione diretta del premier stanno emergendo differenze rilevanti. Nei prossimi giorni verificheremo con i vertici di Italia Viva le loro intenzioni.
Roberto Giachetti oggi ha chiesto la separazione dei gruppi parlamentari di Azione e Italia Viva. I gruppi lavorano bene insieme su molte questioni di merito. Ma non vi è dubbio dal Salario Minimo alla Commissione Covid e all’elezione diretta del premier stanno emergendo…
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) August 2, 2023
Chi cambia idea rompe prima i gruppi
La questione però resta alquanto ingarbugliata, del resto lo stesso onorevole Calenda in questi mesi ha cambiato più volte idea su quali fossero le priorità di Azione e quelle del terzo polo.
Dall’idea sul sindaco d’Italia (elezione diretta del premier) presente nel programma congiunto Azione-Italia Viva; fino all’appoggio verso la CGIL, passando dalla commissione Covid, resta evidente la coerenza dei renziani in confronto ad un cambiamento di rotta da parte di Calenda.
Il fondatore di Azione mettendosi contro l’elezione diretta e sulla commissione Covid, sta cercando di spostare il suo centro verso sinistra. Al contrario del suo antagonista Renzi che sembra voler restare quanto più possibile al centro con una piccola ma visibile attrazione verso le destre.
Una distanza che oramai non si può più nascondere e neanche risanare. E a questo punto che si potrebbe presto vedere ufficializzata la divisione dei gruppi. Cosa che non si presenta facile per Azione, il gruppo calendiano infatti non ha i numeri per poter avere i propri gruppi in entrambe le camere.
“Ho eletto queste persone con il mio nome nel simbolo. – ha specificato ai microfoni di TAG24 – Ho un impegno preciso con gli elettori, se ora queste persone vogliono fare qualcosa di diverso devono dirmelo con chiarezza”.
Una chiusura quasi totale che riscalda ancora di più gli animi in tempesta dei militanti di Azione.