L’Italia ha recentemente sperimentato una serie di fenomeni climatici estremi, che hanno messo in risalto l’urgente necessità di affrontare il problema del cambiamento climatico. Tuttavia, il dibattito politico nel Paese mostra una varietà di opinioni e atteggiamenti sul tema, che vanno dalla necessità di agire prontamente alla negazione del problema stesso. Notoriamente destra e cambiamento climatico cozzano, nel senso che sembra essere la sinistra lo schieramento politico più attento a questa emergenza, mentre a destra si tende per lo più a sminuire i fenomeni, declassandoli a normali eventi ciclici. Tuttavia, dopo gli effetti e alle conseguenze degli ultimi fenomeni estremi nel nostro Paese, anche la destra politica è parsa spaccata di fronte a questa nuova emergenza, considerando che negli anni passati situazioni come queste non erano di certo così frequente come oggi.

Destra e cambiamento climatico: Ministeri in prima linea

I rappresentanti del governo come Nello Musumeci e Gilberto Pichetto Fratin si sono particolarmente espressi nel voler sottolineare l’importanza del cambiamento climatico. Musumeci, Ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, ha sottolineato le prove concrete dei cambiamenti in corso. In una intervista a La Stampa, ha dichiarato:

Il mondo e il clima stanno cambiando e noi restiamo fermo. Così facendo, continueremo a piangere i morti e ad assistere inermi alla devastazione del nostro territorio. La verità? Ci ostiniamo a non capire che nulla è più come prima. Quello che avviene al Nord e al Sud sono due facce della stessa medaglia che risponde a un nome: tropicalizzazione.

Allo stesso tempo Musumeci ha voluto anche puntare l’attenzione sulla prevenzione.

Gli effetti innegabili di ciò che sta accadendo non dipendono solo dal cambiamento climatico, ma anche dalla mancata manutenzione, dall’assenza di pianificazione e programmazione e dalla scarsa attenzione e responsabilità del cittadino.

Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, ha espresso l’obbligo morale di intervenire per proteggere le future generazioni. Durante un incontro al Giffoni Film Festival, visibilmente commosso, ha dichiarato:

Io ho la forza del dubbio, glielo dico onestamente. Tuttavia, abbiamo il dovere, e io ho il dovere da ministro, di impegnarmi per salvare il vostro futuro e quello dei miei nipoti.

Destra e cambiamento climatico: opinioni divergenti

Non tutti gli esponenti della coalizione condividono le stesse idee. Alcuni sostengono l’importanza di affrontare il problema, mentre altri sono più restii, e alcuni arrivano addirittura a negare l’esistenza del fenomeno.

Il Veneto ha recentemente vissuto grandinate eccezionali, con danni ingenti. Il Presidente del Veneto, Luca Zaia, ha riconosciuto che la colpa di questi cambiamenti è anche della politica e ha chiesto una risposta concreta.

Zaia ha apertamente criticato il negazionismo del cambiamento climatico. La sua posizione è chiara: la lotta per l’ambiente non può essere lasciata solo ai giovani. Gli effetti disastrosi del cambiamento climatico sono evidenti, specialmente nel Veneto, una regione che ha sperimentato fenomeni estremi. Zaia sottolinea l’importanza di soluzioni pratiche, come investimenti culturali e transizione energetica, per vincere questa sfida.

Tuttavia, all’interno del partito di Zaia, la Lega, e in altre aree della destra italiana, ci sono posizioni scettiche in merito al cambiamento climatico. Alcuni affermano che le variazioni climatiche siano naturali e non legate all’attività umana.

Di recente, in occasione della Festa della Lega a Cervia, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha affermato letteralmente che d’inverno fa freddo e d’estate fa caldo e che il ritiro dei ghiacciai è causato da cicli storici climatici, allontanando qualsiasi interrogativo sulle responsabilità degli esseri umani.

Opinioni molto simile quelle di Claudio Borghi e Alberto Bagnai, il che fanno pensare a un Zaia abbastanza isolato nella Lega.

Sul fronte Fratelli d’Italia, invece, c’è un’opinione abbastanza diffusa che i cambiamenti climatici in atto, la cui esistenza risulta innegabile, non sono causati dall’uomo, ma dall’attività naturale ciclica e che è bene affrontare questo problema senza esagerare.

Una visione globale: 5 principi negazionisti

A livello internazionale, il negazionismo climatico si basa su cinque argomenti principali, identificati dal professore Mark Maslin (University College London):

  • Negare le basi scientifiche: sostenere che il cambiamento non esista o non sia causato dall’essere umano.
  • Questionare la fattibilità economica: affermare che non sia economicamente sostenibile contrastare il cambiamento.
  • Minimizzare le conseguenze: sostenere che il riscaldamento globale non sarebbe così negativo.
  • Mancanza di fiducia nelle politiche: credere che sia inutile attuare politiche perché altri paesi non le rispetteranno.
  • Ottimismo ingiustificato: confidare che nel futuro risolveremo ogni problema senza agire oggi.

Destra e cambiamento climatico: divisioni e dubbi

Personalità come Giuliano Amato, in un’intervista a La Repubblica, hanno enfatizzato la necessità di un’azione unita e urgente per affrontare quello che viene descritto come “il terrorismo del clima”. Il richiamo all’unità politica, all’alleanza europea sul clima, e la critica alla rimozione del problema mostrano quanto sia sentita l’esigenza di un cambio di rotta nella politica italiana.

Tuttavia, come abbiamo visto, la politica non è unanime. Alcuni esponenti del centrodestra sono apertamente scettici o addirittura negano il cambiamento climatico. Questa divisione può essere vista nelle varie reazioni alle proposte come il Green Deal Ue o il Fit for 55.

L’opinione del Premio Nobel 2013 Robert Schiller

Robert Schiller, economista Nobel nel 2013, ha discusso l’influenza del cambiamento climatico sulla narrativa economica globale. In una intervista a Repubblica, Schiller ha espresso il suo sostegno per una Green bank sotto l’egida Onu e ha sottolineato l’urgenza di passare da un’economia basata sulle energie fossili a una sostenibile.

Secondo Schiller le analogie tra i negazionisti del cambiamento climatico e i no vax sono numerose e inquietanti:

L’importante è accusare qualche potere occulto, non si capisce quale, di influenzare le decisioni.

Per il premio Nobel, c’è una tendenza marcatamente a destra che mira a credere di più alle teorie cospirative. L’impressione è che si presti meno attenzione alle esigenze della collettività, privilegiando quelle del business.