Europa e Stati Uniti d’America sono storici alleati tanto, da definire emblematicamente, unite le due sponde opposte dell’Atlantico.

Un’alleanza che si dirama su vari settori, dalla collaborazione militare fino al sostegno diplomatico internazionale. Senza ovviamente tralasciare le collaborazioni e le sfide tecnologiche internazionali.

In tutto ciò i semiconduttori e la tecnologia dei microchip, gioca un ruolo fondamentale; per definire i ruoli di collaborazioni tra gli alleati e tentare di assumere una leadership globale.

In Europa, con gli obiettivi della transizione energetica da raggiungere entro il 2050, i semiconduttori assumono un ruolo fondamentale per l’industria tecnologica europea.

Le due sponde dell’Atlantico assumono quindi strategie distinte, non in competizione tra loro bensì di collaborazione. Per convergere nell’obiettivo comune, di guidare la leadership mondiale della tecnologia.

Attraverso il chips-act adottato da Bruxelles, è definita una normativa europea sui semiconduttori. In grado di rafforzare la competitività e la resilienza dell’Europa, per affrontare le sfide tecnologiche legate alla transizione energetica.

Gli USA, con un chips-act da più di cinquanta miliardi di dollari, ambiscono ad assumere un ruolo decisivo, a livello globale, per lo sviluppo della tecnologia dei prossimi decenni.

Il punto di convergenza, tra la strategia sostenuta dall’Europa e quella messa in campo dagli USA, è il contrasto all’espansione della crescita tecnologica di Pechino.

Le due sponde dell’Atlantico tentano di assumere, attraverso la leadership tecnologica, il ruolo di baricentro della geo-politica internazionale.

Europa, semiconduttori e chip per l’industria tecnologica:

La politica energetica europea ha impostato la rotta verso la de-carbonizzazione e la conseguente neutralità climatica.

Un obiettivo ambizioso, che segue la road map fissata dal Green New Deal europeo. Tuttavia, per essere raggiunto, richiede considerevoli risorse per l’industria tecnologica.

I semiconduttori assumono un ruolo fondamentale, quasi strategico, per sostenere la produzione tecnologica che permetterà, al vecchio continente, di svincolarsi dai combustibili fossili; e approdare in una nuova era green.

I semiconduttori assumono per l’Europa un ruolo anche geo-politico, non certo secondario rispetto al ruolo tecnologico.

Il vecchio continente non ha materie prime e terre rare in quantità sufficiente, per garantire una propria indipendenza.

Anche se le attività di estrazione e di ricerca di nuovi siti, in tutta Europa, hanno subito una notevole accelerazione; Bruxelles potrà ambire massimo a soddisfare il venti percento della domanda globale di semiconduttori.

Il che si traduce in dover, necessariamente, mantenere rapporti con fornitori internazionali di materie prime.

Per l’Europa, con un apparato industriale molto sviluppato, il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto potrebbe essere quello di adottare una strategia industriale fondata sulla collaborazione con partner affidabili.

Seppur consapevole di non avere materie prime sufficienti, per garantire una completa indipendenza, si punta a sviluppare una filiera industriale efficiente nella produzione dei chip.

In tutto ciò le alleanze commerciali, per l’import delle materie prime, assumono un ruolo fondamentale.

Gli USA e il chips–act, un investimento per la leadership tecnologica:

Con un chips-act da più di cinquanta miliardi di dollari, stanziati in fondi pubblici e privati, Washington vuole assumere un ruolo da protagonista nel futuro dell’industria tecnologica.

Oltre a sviluppare una filiera industriale competitiva a livello globale, basata sulla ricerca e sulla produzione dei chip; uno degli obiettivi principali di Washington è di contrastare la crescita di Pechino nel settore tecnologico.

Esplicite sono state le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden quando, alla firma del chips-act USA, ha dichiarato che il futuro dell’industria dei chip sarà americano.

In quella che si annuncia essere, per i prossimi decenni, una sfida globale; gli USA intendono ricoprire una vera e propria posizione di leadership. Con strategie e alleanze fondamentali per lo sviluppo tecnologico.

Attraverso la collaborazione con l’Europa, fondata su ottimi rapporti diplomatici, gli USA possono ambire a un ampio bacino per l’export; sia dei chip sia delle materie prime necessarie alla loro produzione.

Inoltre, Washington potrebbe beneficiare di un partner con un ampio apparato industriale. In grado di poter sostenere sia le attività di produzione, sia di ricerca tecnologica.

Sullo scacchiere internazionale, la sfida per la leadership globale per il dominio della tecnologia si combatte su più fronti.

Per gli USA la partnership tecnologica con l’Europa, assume anche un ruolo fondamentale per limitare anche le esportazioni delle attrezzature avanzate per la produzione dei semiconduttori, verso la Cina.

Da settembre del 2023, a fronte delle pressioni ricevute da Washington, l’Olanda ha applicato severe limitazioni alle esportazioni verso Pechino delle attrezzature per la produzione di chip elettronici.

Gianni Truini