Nuovo appuntamento con la rubrica di Tag24 “Non solo trentatré”, curata dal Prof. Enrico Ferri e dal Prof. Claudio Loffreda-Mancinelli, che oggi affronta il tema legato alle radiazioni solari. Ne parliamo col Professor Douglas Kress, Primario e Professore Associato Dipartimento Dermatologia Pediatrica, UPMC Children’s Hospital di Pittsburgh.

Sole e Vitamina D

Laureato in medicina presso il Jefferson Medical College, ha completato la specializzazione in dermatologia presso la School of Medicine dell’Università di Pittsburgh, seguita da una fellowship in dermatologia pediatrica presso l’UPMC Children’s Hospital di Pittsburgh.

Autore di numerose pubblicazioni, è revisore ad hoc per le riviste scientifiche Pediatric Dermatology, Pediatric Diabetes, International Journal of Wound Repair and Regeneration e Annals of Internal Medicine. È membro della Society for Pediatric Dermatology e fa parte dell’Editorial Advisory Board del Dermatology Times.

D: Professor Kress, cosa è la Vitamina D?

R: Chiamata erroneamente “vitamina”, in effetti si tratta di un ormone sintetizzato con l’esposizione al sole o attraverso una dieta equilibrata e sana che includa alimenti o integratori ricchi, appunto, di “vitamina D”.

La vitamina D è una componente essenziale per il normale sviluppo e mantenimento delle ossa, del funzionamento ottimale del sistema nervoso, muscolo-scheletrico e immunitario.

D: Quali sono le possibili cause e complicanze della carenza di vitamina D?

R: Il sempre più diffuso stile di vita prevalentemente indoor con un’esposizione al sole molto limitata e sporadica, ha contribuito all’epidemica carenza di vitamina D.

Paradossalmente, questa carenza è accompagnata da un aumento dei casi del cancro della pelle.

Circa 1 miliardo di persone in tutto il mondo ha carenza di vitamina D, mentre il 50% della popolazione ha insufficienza di vitamina D.

In generale, le cause principali della carenza di vitamina D sono:

  • Scarsa esposizione alla luce solare e/o carenze dietetiche.
  • Diminuito assorbimento, a causa di determinate condizioni mediche (fibrosi cistica, morbo di Crohn e celiachia, obesità, malattie renali ed epatiche) o a seguito di interventi chirurgici su stomaco e/o intestino tenue.
  • Alcuni farmaci possono interferire con l’assorbimento di Vitamina D: lassativi, steroidi (come il prednisone), farmaci per abbassare il colesterolo, farmaci antiepilettici.

Negli adulti segni e sintomi di carenza di Vitamina D potrebbero includere:

  • Bassi livelli di calcio nel sangue (ipocalcemia).
    • Bassi livelli di fosfato nel sangue (ipofosfatemia).
    • Osteomalacia (diminuita concentrazione di minerali delle ossa negli adulti).
    • Osteoporosi (riduzione della quantità di matrice ossea con aumento del rischio di fratture ossee).
    • Fatica.
    • Dolore osseo.
    • Debolezza muscolare, dolori muscolari o crampi.
    • Cambiamenti di umore, depressione.
    • Diminuzione delle difese immunitarie.
    • Perdita di capelli.

D: Chi è più a rischio di carenza di vitamina D?

R: A parte le condizioni mediche che possono portare a carenza di vitamina D, i fattori biologici e ambientali responsabili di carenza di vitamina D includono:

Età: la capacità della pelle di produrre vitamina D diminuisce con l’età; quindi, le persone di età superiore ai 65 anni sono particolarmente a rischio di carenza di vitamina D. Anche i neonati corrono il rischio di non ricevere abbastanza vitamina D. Ciò è particolarmente vero per i bambini che vengono nutriti solo con latte materno, poiché contiene solo una piccola quantità di vitamina D.

Colore della pelle: è più difficile per la pelle scura produrre vitamina D dalla luce solare rispetto alla pelle chiara.

• Mobilità: le persone che sono costrette a casa o escono raramente.

D: Come si produce la Vitamina D?

Chiamata anche “la vitamina del sole”, circa il 90% della vitamina D viene prodotto nella pelle in seguito all’esposizione alla luce solare, principalmente allo spettro ultravioletto di tipo B (UVB).

Tuttavia, l’indice UV deve essere superiore a 3 per produrre vitamina D, il che di solito si verifica tra le 10:00 e le 14:00.

Produzione Vitamina D durante la Giornata

In mancanza di questo, si può sempre utilizzare la tecnica della lunghezza d’ombra:

Se la lunghezza della tua ombra è più corta della tua altezza, rappresenta che il sole è abbastanza alto da inviare maggiori concentrazioni di UVB con uno spettro ottimale per la produzione di Vitamina D.

I rischi dell’esposizione solare

D: Se abbiamo bisogno di stare fuori mentre il sole è al massimo per produrre vitamina D, allora perché per decenni le organizzazioni sanitarie ci hanno detto di evitare l’esposizione al sole di mezzogiorno?

R: L’esposizione ai raggi ultravioletti (UV) è il principale fattore di rischio ambientale per il melanoma maligno cutaneo (CMM), il carcinoma a cellule basali (BCC), e il carcinoma a cellule squamose (SCC) —questi sono i tre tipi più frequenti di cancro cutaneo, “correlati al sole”.

Il melanoma cutaneo è considerato il più letale dei tre principali tipi di cancro della pelle.

È comunque importante capire in significato degli indici UV:

I valori riportati rappresentano il rischio di esposizione al sole per la persona media priva di protezione. Il rischio di esposizione al sole per la pelle non protetta esiste sempre, anche a bassi valori.

Rischio basso, da 0 a 2: si consigliano occhiali da sole e l’uso di creme solari e indumenti protettivi in individui sensibili.

Rischio Moderato, 3-5: indumenti e creme protettive. evitare la luce solare diretta a mezzogiorno.

Rischio Alto, 6-7: protezione completa: indumenti protettivi, cappello e occhiali, creme solari ad alto fattore di protezione (SPF). Limitare esposizione al sole dalle 10:00 alle 16:00

Rischio Molto alto, 8-10: Stesse raccomandazioni della fase precedente.  Usare più accortezza.  La pelle può bruciare rapidamente in questa fase.

Rischio Estremo, 11+: Stesse raccomandazioni.  Accortezza estrema. Pochi minuti di esposizione possono provocare un’ustione.

È inoltre importante notare che a seconda del periodo dell’anno, della latitudine, del tempo, dell’inquinamento atmosferico e della posizione geografica, l’indice UV varia enormemente.

D: Come si giunge a danni irreversibili?

R: Purtroppo, i danni possono materializzarsi ben prima che uno se ne accorga.

La verità è che non ci vuole molta esposizione al sole perché il corpo produca vitamina D.            

10-15 minuti di esposizione a braccia, gambe, addome e schiena, da due a tre volte a settimana, sono sufficienti a produrre tutta la vitamina D necessaria. Dopodiché, il corpo inizia automaticamente a smaltire la vitamina D per evitare un sovraccarico della stessa, e, a quel punto, l’esposizione al sole non produrrà altro che danni senza alcuno dei presunti benefici.

Il fatto è che anche solo quei 10 o 15 minuti non protetti sono molto più che sufficienti per causare danni al DNA, e ogni piccola parte di questo danno si somma per tutta la vita, producendo sempre più mutazioni genetiche che continuano ad aumentare il rischio di cancro della pelle.  Si ha quindi un effetto cumulativo nel tempo. 

Questo effetto cumulativo è la potenziale causa dei carcinomi a cellule basali e squamose. D’altra parte, si ritiene che le ustioni acute, subite in giovane età, possano scatenare più tardi nella vita il melanoma.

Sfortunatamente, le stesse lunghezze d’onda UVB (290-320 nanometri o nm) che fanno sì che il corpo sintetizza la vitamina D sono anche le lunghezze d’onda che producono scottature e mutazioni genetiche che possono portare al cancro della pelle.

E questo per non parlare dei danni causati dalla radiazione UVA a onde lunghe del sole (320-400 nm), i raggi UV chiave dietro l’invecchiamento precoce della pelle e causa del cancro della pelle. Uno studio del 2015 pubblicato su Science ha rilevato che i danni UVA possono iniziare in meno di un minuto al sole. Il danno alle cellule del pigmento della pelle (melanociti) in realtà continua a svilupparsi ore dopo la fine dell’esposizione al sole. Il danno dei melanociti può portare al melanoma, la forma più mortale di cancro della pelle.

Per questi motivi è importante un’adeguata protezione al sole?La rapida insorgenza del danno al DNA e gli effetti cumulativi dannosi dell’esposizione ai raggi UVA e UVB nel corso della nostra vita sono le ragioni per cui la stragrande maggioranza dei dermatologi consiglia una maggiore protezione solare. Il Photobiology Committee della Skin Cancer Foundation, un gruppo indipendente di esperti sui danni da raggi UV e la protezione solare, raccomanda l’uso quotidiano non solo di una protezione solare SPF 30+ ad ampio spettro (UVA-UVB), ma anche di altre forme di protezione solare come ombra e indumenti protettivi dal sole, inclusi cappelli a tesa larga e occhiali da sole con filtro UV.

In poche parole, le radiazioni UVB del sole sono sia la migliore fonte di vitamina D sia la principale causa di cancro della pelle.

È quindi preferibile e più sicuro ottenere livelli adeguati di vitamina D attraverso la dieta che attraverso l’esposizione al sole. Infatti, è attualmente accettato che la vitamina D dietetica e integrativa sia funzionalmente identica a quella prodotta dopo l’esposizione ai raggi UV.

D: Vi sono scelte migliori ed alternative, integratori che possiamo usare?

Il modo migliore per prevenire la carenza di vitamina D è assicurarsi di assumere abbastanza vitamina D nella dieta e/o tramite uso di integratori.

Ci sono alcuni alimenti che hanno naturalmente un po’ di vitamina D, tra cui:

Pesci grassi come salmone, tonno e sgombro e sardine.

• Trota.

• Fegato di manzo (mucca).

•Funghi.

•Tuorli d’uovo.

•Olio di fegato di merluzzo.

• Latte vaccino e latte di soia, mandorla e avena.

•Cereali da colazione.

•Succo d’arancia.

• Altri latticini, come lo yogurt.

La Vitamina D è in molti composti multivitaminici ed esistono anche integratori di Vitamina D.

La vitamina D si presenta in due forme: D2 e D3. D2 (ergocalciferolo) proviene dalle piante. D3 (colecalciferolo) proviene da animali. Il corpo assorbe più facilmente la D3 che la D2.

Collabora con il tuo medico per scoprire se hai bisogno di un integratore vitaminico e quanto prenderne, se necessario.

D: Le creme solari possono essere molto utili, ma quali caratteristiche devono avere?

R: Ad ampio spettro, con protezione quindi sia dai raggi UVA che formano le rughe della pelle che dai raggi UVB che causano scottature.

  • Resistenti all’acqua e al sudore.


La durata di questo effetto di “resistenza” ha una durata massima di 80 minuti. Nel caso in cui l’individuo sia esposto al sole per lunghi periodi, la raccomandazione è di riapplicare la protezione solare dopo 90 minuti, massimo 2 ore.

  • Valori di protezione da 30 a 50 SPF sono solitamente consigliati dai dermatologi per assicurare alla pelle un’esposizione al sole più sicura.

  • Esistono creme solari minerali e creme solari chimiche.


Le creme solari minerali, a base di ossido di zinco e biossido di titanio, hanno proprietà riflettenti. Riflettono la luce.
Le protezioni solari chimiche (ossibenzone) assorbiranno invece la luce solare provocando diverse reazioni chimiche e interazioni a livello della pelle.
La raccomandazione degli esperti è di utilizzare creme solari a base minerale.