Il sindaco di Cologno Monzese ha proclamato per oggi, 2 agosto, il lutto cittadino per l’omicidio della 20enne Sofia Castelli, accoltellata nel sonno dall’ex fidanzato Zakaria Atqaoui dopo aver trascorso una serata in discoteca in compagnia di un’amica. Si tratta di un gesto simbolico, per mostrare vicinanza alla famiglia: per questo, in serata, si terrà anche una fiaccolata commemorativa.

Vogliamo sapere quanto accaduto negli ultimi attimi di vita di Sofia,

è l’appello lanciato nelle scorse ore dai genitori, che al momento dei fatti si trovavano in Sardegna con il fratello minore della vittima. Intanto il killer, reo confesso, è tornato a parlare. E davanti agli inquirenti ha confermato quanto detto finora.

Omicidio di Sofia Castelli a Cologno Monzese: il killer interrogato a lungo in carcere

Nel corso del lungo interrogatorio di garanzia tenutosi davanti al gip, che ne ha convalidato il fermo, il 23enne ha confermato la confessione resa ai carabinieri nella caserma dove era stato portato dopo essersi consegnato alla polizia locale. I fatti risalgono all’alba di sabato scorso: dopo aver compiuto il delitto, il giovane, con i vestiti ancora sporchi di sangue, aveva attirato l’attenzione di una pattuglia incontrata per strada, dicendo agli agenti di aver ucciso la fidanzata (in realtà ex fidanzata).

Un delitto che, stando a quanto ricostruito finora, aveva premeditato nei minimi dettagli. Già venerdì, approfittando del fatto che fosse sola in casa, si era presentato da Sofia per consegnarle dei dolci e, in quell’occasione, le avrebbe rubato il mazzo di chiavi che la sera successiva avrebbe usato per entrare nell’appartamento e tenderle un agguato. Agli inquirenti ha riferito di averlo fatto per gelosia: si erano lasciati da appena tre settimane (per volere di lei) e temeva che la 20enne potesse rincasare con un altro.

Per ore si sarebbe nascosto all’interno di un armadio. Poi, all’arrivo dell’ex, tornata a casa con un’amica, dopo aver sentito dei discorsi su alcuni ragazzi, l’avrebbe colpita con un coltello da cucina, si pensa nel sonno. Forse senza neanche darle la possibilità di difendersi. Tanto che la sua ospite, che dormiva in un’altra stanza (la mattina successiva avrebbero dovuto svegliarsi a due orari diversi) non si sarebbe accorta di nulla, fino all’arrivo delle forze dell’ordine, che l’avrebbero svegliata, qualche ora dopo, dopo aver trattenuto il 23enne.

Le dinamiche del delitto saranno accertate dal medico-legale che, attraverso l’autopsia, dovrà chiarire quante coltellate abbia ricevuto la giovane e se sia stata o meno colta di sorpresa dal suo assassino.

La ricerca della verità da parte della famiglia della vittima

Secondo la legale nominata d’ufficio per la difesa del 23enne, l’avvocata Marie Louise Mozzarini, Zakaria Atqaoui avrebbe avuto “un atteggiamento collaborativo“. La famiglia di Sofia, che in passato lo aveva accolto in casa propria per almeno un anno e mezzo, spera che possa dire la verità su quanto accaduto alla giovane.

Per ora sembra che a spingerlo sia stato un moto d’ira dovuto alla recente rottura: la sua gelosia non gli avrebbe consentito di accettare la fine della relazione, voluta da Sofia proprio per via dei suoi atteggiamenti possessivi. Ulteriori elementi potranno emergere dall’analisi del telefono cellulare della vittima e dai rilievi effettuati all’interno dell’appartamento.

Lo ha fatto sapere il legale che assiste i genitori della 20enne, l’avvocato Giuseppe Policastro, che ha anche chiesto “rispetto per il dolore della famiglia” della giovane, precisando che ora è “il momento del silenzio“. Sconvolta la comunità locale, che non riesce a spiegarsi questo tragico epilogo.

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