La strage di Bologna, avvenuta il 2 agosto 1980, rimane una ferita aperta nel cuore dell’Italia. Quell’attentato, orchestrato da una rete terroristica di estrema destra, ha sconvolto la città e il Paese intero, lasciando cicatrici indelebili. In momenti come questi, la musica e le parole hanno il potere di unire la gente, di portare conforto e sostegno nelle situazioni più difficili. Le frasi e le canzoni scritte in risposta alla strage di Bologna sono diventate un modo per commemorare le vittime, ricordare l’orrore e affermare il desiderio di un futuro di pace.
Strage di Bologna, frasi e citazioni
La strage di Bologna ha lasciato segni profondi nella città e in tutto il Paese, ispirando anche riflessioni da parte di giornalisti, intellettuali, politici e artisti, oltre che libri, film e fiction. Ecco una raccolta delle citazioni più famose su questa tragedia, che è diventata simbolo di un periodo nero nella storia dell’Italia repubblicana.
Ad agosto saranno 40 anni dal feroce massacro alla stazione di Bologna, e il 2020 si apre portando alle 85 vittime e al Paese un tassello di verità in più. La condanna di Gilberto Cavallini è importante perché indica strade da approfondire, oltre a corroborare le sentenze di condanna già pronunciate contro i Nar Mambro, Fioravanti e Ciavardini. (Benedetta Tobagi)
Il 2 agosto 1980 l’Italia fu atterrita da una nuova strage politica. Un ordigno esplosivo collocato nella stazione ferroviaria di Bologna, affollata di viaggiatori in attesa dei treni delle vacanze, provocò un’ottantina di morti. Come autori materiali dell’orrendo attentato furono condannati all’ergastolo, anni dopo, i terroristi di destra «Giusva» Fioravanti e Francesca Mambro, già riconosciuti colpevoli di altri assassinî. Entrambi continuano a protestare la loro estraneità alla strage. (Indro Montanelli e Mario Cervi)
La stazione era sventrata. Le sirene ululavano. Militari e volontari, fianco a fianco con le mascherine al naso, scavavano le macerie in cerca di un segno di vita. Qualcuno piangeva, i più moltiplicavano gli sforzi per rimandare l’appuntamento con la rabbia e lo sgomento. Arrivarono le troupe televisive. Una folla di parenti angosciati assiepava i binari. Circolava una parola maledetta e rivelatrice: strage. Le lancette del grande orologio del piazzale Ovest erano ferme sulle 10 e 25. L’ora in cui il cuore dell’Italia aveva preso a sanguinare. (Giancarlo De Cataldo)
Nonostante il passaggio inesorabile del tempo costituisce un nostro preciso imperativo morale mantenere vivo il ricordo di quel giorno, non solo per rendere omaggio a persone innocenti, che per mano di una violenza cieca e insensata, sono state strappate alla vita e agli affetti, ma, soprattutto, per alimentare la memoria della nostra storia contro la “cultura delle dimenticanza”. (Piero Grasso)
Sono convinta che quella bomba, così come purtroppo le tante altre bombe che hanno insanguinato l’Italia in quegli anni, siano prima di tutto un crimine contro l’umanità per il totale disprezzo della vita umana che portava con sé, per la cieca ferocia, per l’efferatezza che le ha contraddistinte. (Anna Maria Cancellieri)
Sebbene anche grazie al prezioso contributo dell’associazione familiari delle vittime si sia giunti nel novembre del ’95 alla sentenza definitiva di condanna nei confronti degli esecutori materiali della strage, permangono ancora oggi zone d’ombra e opacità su mandanti e fiancheggiatori. (Rosa Maria Di Giorgi)
Strage di Bologna, canzoni
La musica è un linguaggio universale, in grado di parlare ai cuori e di unire le persone. Nel corso degli anni successivi alla strage di Bologna, molti artisti hanno cercato di dare voce alle emozioni che stava provando il Paese.
- La canzone “Bologna” di Francesco Guccini è diventata un inno alla memoria delle vittime e alla lotta contro il terrorismo. La sua struggente melodia e i testi commoventi riescono a catturare l’angoscia e il dolore provati in quei giorni.
- Molti critici, in un passaggio di “Se ti tagliassero a pezzetti“, hanno intravisto un riferimento di Fabrizio De André e di Massimo Bubola, coautore del testo, alla strage di Bologna. “T’ho incrociata alla stazione che inseguivi il tuo profumo, presa in trappola da un tailleur grigio fumo, i giornali in una mano e nell’altra il tuo destino, camminavi fianco a fianco al tuo assassino”. L’album in questione è quello uscito nel 1981, conosciuto come il disco dell’indiano.
- Alberto Guidetti, in arte Bebo, è nato nel 1984 ed è uno dei fondatori de Lo Stato Sociale. Il brano “Linea 30” è il racconto di quel giorno con protagonista suo papà, autista di autobus, habitué proprio della linea 30, di turno in quella mattina maledetta. Lo stile sembra quello dei già menzionati Offlaga Disco Pax ma per lo Stato Sociale la questione più urgente era quella di rendere edotte le generazioni più giovani, che della strage di Bologna sanno poco o niente. Altro che una vita in vacanza.
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