Nessun taglio sugli asili nido. Garantiti gli interventi sul dissesto idrogeologico. I piani urbani integrati non spariscono. Per le misure finite nella lista di interventi uscite dal Pnrr per passare sotto l’ombrello di altri fondi non c’è nessun definanziamento. Lo assicura il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, che respinge le “polemiche” e difende le scelte del governo sul Piano: i risultati sono “positivi”, dice sventolando come prova l’ok arrivato venerdì alla terza rata e alla modifica della quarta. Ma questo non basta a convincere le opposizioni, che anzi chiedono di fermare i tagli prima che sia troppo tardi. Mentre un rapporto dei tecnici della Camera svela come manchino coperture alternative. La lunga difesa di Fitto, prima alla Camera e poi al Senato (che approvano la risoluzione di maggioranza per il “pieno coinvolgimento del Parlamento”), parte dal via libera arrivato pochi giorni fa della Commissione: il disco verde dell’Ue, accompagnato dall’ “apprezzamento pubblico” di molti esponenti europei, dimostra che la linea del “coordinamento e confronto” sta dando i suoi frutti, dice il ministro. Ora davanti c’è l’orizzonte di fine anno, quando arriveranno i 35 miliardi delle due rate. Il governo promette il massimo impegno, nel solco del messaggio del presidente Mattarella a “mettersi alla stanga” sul Pnrr: noi lo faremo perché “questa è la partita del paese”, ma il richiamo – puntualizza – era rivolto a “tutti”.
Pnrr, preoccupa il dossier del Servizio studi della Camera
Ma ad alimentare le preoccupazioni sulle risorse è anche un dossier sul Pnrr del Servizio studi della Camera, che evidenzia: nell’ultimo rapporto del governo sul Piano si individuano misure da definanziare per 15,9 miliardi, ma senza specificare “quali saranno gli strumenti e le modalità” attraverso cui sarà mutata la fonte di finanziamento. Il ministro quindi puntualizza: il definanziamento degli interventi si concretizzerà solo “al termine del confronto con la commissione Ue”.