Stefano Bandecchi, sindaco di Terni e coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, torna sulla questione reddito di cittadinanza. Le tensioni degli ultimi giorni, dopo che 169mila famiglie hanno appreso del termine del sussidio via SMS, ricadono infatti direttamente sui sindaci che, nei loro territori, registrano uno stato di allerta preoccupante.
Fattosi interprete delle istanze dei cittadini, Bandecchi lancia dunque un appello al Governo affinché siano chiarite, al più presto, le condizioni nelle quali avverrà la transizione verso il nuovo Assegno di inclusione che, dal 1 gennaio 2024, prenderà definitivamente il posto del rdc.
Il sindaco di Terni Bandecchi incalza il Governo: “Sul reddito di cittadinanza servono risposte al più presto”
L’appello di Bandecchi non muove, come si potrebbe pensare, da una simpatia per il reddito di cittadinanza. Nella sua storia imprenditoriale e politica, infatti, il sindaco di Terni ha messo sempre al centro il lavoro e la necessità di creare le condizioni affinché tutti possano determinarsi e costruirsi un’esistenza dignitosa. Il punto, come già sottolineato, è un altro.
La decisione del Governo di «tagliare con l’accetta» il reddito di cittadinanza, gettando nel panico i cittadini che di quel sussidio vivevano è stata , secondo Bandecchi, assolutamente sbagliata. Per questo motivo il sindaco di Terni chiede che il Governo corra ai ripari e, anziché minimizzare, chiarisca, immediatamente, quali risposte intende dare agli Italiani.
“Sapevamo che il reddito di cittadinanza non poteva essere la soluzione, ma qui parliamo di esseri umani che si sono ritrovati, dall’oggi al domani, senza risorse economiche per andare avanti. Il Governo non può minimizzare il problema e ci deve spiegare come intende gestire la fase di transizione verso l’Assegno di inclusione.
Bandecchi sottolinea, infine, come i sindaci siano da sempre in prima linea nello gestire i problemi dei cittadini. La riprova, peraltro, è nel progetto che lui e Alternativa Popolare stanno per lanciare a Terni, con l’istituzione del lavoro di cittadinanza. Il piano, già annunciato ieri, nella sola fase iniziale aiuterà ben 200 persone a Terni, per poi allargare la platea non solo al capoluogo umbro, ma a tutta Italia.
La messa a terra di questo progetto dimostra, per chi vuole intendere, «che i cittadini si possono aiutare concretamente, non solo a parole». L’intervento dei sindaci, tuttavia, non può essere sufficiente. Per questo il Primo cittadino di Terni si aspetta «che il Governo nazionale prenda in mano questa situazione quanto prima, contenendo gli effetti di una scelta che può solo che esasperare la tensione sociale»