Informativa in Aula del Senato da parte del ministro Nello Musumeci sul tema al centro del dibattito pubblico, quello relativo al maltempo. Un’occasione propizia per ricordare “grandinate e forti raffiche di vento” che si sono abbattute sulle regioni settentrionali e il caldo insostenibile che ha stretto nella sua morsa il Meridione.

Catastrofi che hanno comportato alcune vittime. Nel comune di Lissone, ricorda il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, “si è verificato il decesso di una donna”. Una ragazza che dormiva in un campo scout è stata schiacciata da un albero. Al Sud ci sono stati altri tre morti.

Il nostro pensiero va a queste vittime.

Proprio nel Mezzogiorno, continua Musumeci, si sono verificati diversi episodi di interruzione di corrente, soprattutto in Sicilia ma anche in Campania, Abruzzo e Puglia. A proposito dell’isola, dalla quale il ministro proviene, Musumeci risponde alle accuse di “inadempienze” relative al precedente ruolo da presidente di Regione.

Preferirei esser contestato per l’attività di ministro ma comprendo benissimo, essendo stato all’opposizione. Quando si indicano percorsi e possibili obiettivi occorre essere sempre credibili, non certo immuni da errori. Credo di aver attraversato paludi senza mai prendere la malaria. Lo dico con umiltà, senza superbia, ma con la consapevolezza di aver fatto sempre il mio dovere.

Maltempo, Musumeci: “Il cambiamento climatico c’è da almeno 15 anni”

Durante il suo intervento, il ministro ha posto la sua lente d’ingrandimento su temi come la tutela del territorio, “una priorità”.

Bisogna capire come la Sicilia sia arrivata a questa stagione di incendi. Il tema è il riproporsi di eventi calamitosi, che impone una riflessione seria. Il tema è la programmazione della prevenzione, la prevenzione strutturale. Le esercitazioni di Protezione civile devono partire dalla scuola elementare.

Un approccio che, insomma, deve cambiare in primis dal punto di vista della sensibilizzazione verso i cittadini. In fin dei conti i bilanci degli incendi parlano chiaro: gran parte dei roghi nel Sud Italia è “di origine dolosa”, ad opera “di piromani o di incendiari”.

Per questo urge, oltre all’inasprimento delle pene, “esaminare l’opportunità di un’aggravante per il reato nell’esercizio delle proprie funzioni pubbliche”, un tema che Musumeci sta “affrontando con il collega Nordio”.

Il cambiamento climatico c’è da almeno 15 anni, non può più essere un alibi per quanti fanno finta di non capire che serve un cambio di passo. In quello che dico ci metto la faccia: la responsabilità dei cittadini deve essere tenuta in grande considerazione, perché la cultura del rischio non è sufficientemente diffusa. Servono interventi strutturali, che devono passare attraverso strumenti di pianificazione e programmazione. Non è solo un problema di risorse, è un problema di priorità.

Sui fondi del Pnrr eliminati: “Gran parte sarebbe rimasta inutilizzata”

In chiusura, il ministro replica alle accuse al governo “di fare una cosa e poi di farne un’altra, a proposito dei fondi del Pnrr“. Particolare attenzione all’eliminazione di 16 miliardi, previsti anche per interventi contro il dissesto idrogeologico.

Studi dicono che le infrastrutture fluviali richiedono 6 anni e 8 mesi, rispetto alla media di 5 anni. I fondi destinati al dissesto idrogeologico non avrebbero potuto essere utilizzati entro la scadenza del 2026, gran parte di quei fondi sarebbe rimasta inutilizzata.