Cittadini e associazioni per la campagna “Ci vuole un reddito” si sono dati appuntamento questa mattina davanti alla sede dell’Inps di Roma per chiedere di ripristinare il reddito di cittadinanza.

Niente più reddito di cittadinanza per 175mila persone

Quella degli ex percettori di reddito rischia di diventare una bomba ad orologeria, nella capitale sono stati spediti più di 12mila famiglie dal sms che ha annunciato la fine dell’erogazione. Roma è la seconda città in Italia, dopo Napoli e subito prima di Palermo. 

Davanti la sede dell’Inps si sono dati appuntamento tante realtà diverse promotrici della campagna, “Ci vuole un reddito”, secondo cui circa la metà delle persone seguite in città da realtà associative, sindacali e sociali perderanno il sostegno.

Tra le associazioni promotrici c’è ‘Nonna Roma’, realtà capitolina promotrice di banco del mutuo soccorso che attraverso la distribuzione alimentare e di prodotti di prima necessità aiuta concretamente tantissime famiglie in condizione di povertà. 

Ai nostri microfoni il presidente Alberto Capailla: “Chiediamo al governo di fare un passo indietro rispetto all’abolizione del reddito di cittadinanza”.

Una scelta ingiusta: “Toglie ai poveri per dare ai ricchi”

Tanti percettori hanno raccontato le personali preoccupazioni su una situazione che da oggi sembra apparire insostenibile. Dignità e paura del futuro sono le preoccupazioni messe sul tavolo da migliaia di cittadini.

“Non siamo mai stati chiamati per un lavoro, ma solo per colloqui con gli psicologi dove ci hanno tolto ancora una volta la dignità ancora una volta. Ci hanno trattato come dei ladri. Invece è una necessità”

Al presidio presente anche la CGIL

In piena solidarietà con i cittadini ex percettori del reddito anche i sindacati, in piazza il segretario di Roma e del Lazio della CGIL Natale Di Cola.

“Il governo punisce gli ultimi e chi si trova in difficoltà. Abbiamo chiesto al sindaco Gualtieri e al presidente Rocca di chiedere di sospendere il provvedimento. Sono migliaia i cittadini del Lazio che si ritroveranno senza risorse per far fronte alle esigenze più basilari”.

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