Tra nubifragi e grandine al Nord e incendi al Sud, in Italia l’emergenza climatica rischia di incidere pesantemente anche sul turismo. È la fotografia drammatica di Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo-Confesercenti.
Secondo la federazione italiana del turismo, ad agosto sono a rischio 800mila presenze rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il tutto nonostante una stagione che “sembrava partita con i migliori auspici”.
A dare l’allarme sono le stime di un’indagine condotta dal CST per Assoturismo, prendendo in considerazione un campione di 1.492 imprenditori ricettivi. Nei trentun giorni di agosto sono attese 82 milioni di presenze turistiche: circa 7,6 milioni in più dello scorso luglio, quasi 800mila in meno rispetto ad agosto 2022.
Eravamo partiti con previsioni al ribasso che avevamo poi rivisto positivamente, soprattutto con i picchi di prenotazioni nei ponti di Pasqua, del primo maggio e del 2 giugno. Poi c’è stato un inizio stagione non brillante, a causa di un giugno instabile climaticamente. Nel mese di luglio si è verificata una ripresa e prevedevamo che sarebbero state superate anche le stime più ottimistiche. Ma poi l’allerta maltempo al Nord e il caldo torrido del Sud, con tutti i problemi degli aeroporti, ci ha fatto purtroppo ricredere e si è registrata una frenata non prevista.
Frenata nel turismo ad agosto, le cause oltre l’emergenza climatica: incidono inflazione e tariffe aeree
Assoturismo snocciola le cause di un agosto all’insegna del freno a mano tirato per il turismo, riconducibili non soltanto al clima. Ad incidere, infatti, ci sarebbe anche l’aumento dei prezzi legati all’inflazione. Ma non solo: fattori quali le tariffe aeree alle stelle e i costi di trasporto non sono da sottovalutare, senza contare, sottolinea Messina, l’abbandono definitivo delle restrizioni anti-Covid.
Il fatto che gli italiani abbiano ripreso a viaggiare all’estero ha intaccato una parte del turismo di prossimità. Il turismo nelle città d’arte, dove si possono verificare degli assembramenti, era stato cancellato dalla pandemia. Ora invece si possono tornare a visitare quei luoghi che, di conseguenza, stanno vivendo un buon momento.
A farne le spese, più di ogni altra destinazione, è il mare. La montagna, infatti, “ha degli affezionati che di solito non cambiano destinazione”.
Le località di mare rimangono le uniche che stanno risentendo del calo degli arrivi e questo è indicativo, se si considera che il turismo balneare è il secondo in Italia. Se risente lui, ricade su tutta la filiera.
Assoturismo attende bilancio definitivo: “Dopo Ferragosto il quadro completo”
Per avere un bilancio definitivo, secondo Assoturismo, non bisognerà fare altro che attendere la fine del mese. Superato Ferragosto, spiega Messina, si avrà “il quadro completo di una stagione che sembrava partita con i migliori auspici e che poi, per problemi esterni alla filiera, avrà un contraccolpo”.
Credevamo di fare il boom questa estate ma, al momento, questo picco non c’è stato. A oggi, quello del 2023 appare un turismo ridimensionato. Ma ciò non cancella un aspetto fondamentale, ossia che il turismo rimane la filiera più vivace per la ripresa del sistema Paese.