Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha annunciato un nuovo iniziativa per quest’anno: il Reddito Alimentare 2023. Questo decreto attuativo, il n. 78 del 26 maggio 2023, è stato pubblicato lo scorso 27 luglio sul sito del Ministero del Lavoro e pone in risalto un programma di assistenza alimentare innovativo, previsto dalla Legge di Bilancio 2023. Questa misura avrà una durata sperimentale di tre anni.
Reddito Alimentare 2023: cos’è e come funziona
Il Reddito Alimentare è un progetto ambizioso che mira a risolvere due problemi significativi: l’inadeguatezza alimentare e lo spreco di cibo. Questo si raggiunge attraverso la distribuzione gratuita di pacchi alimentari, contenenti prodotti invenduti da esercizi commerciali che partecipano volontariamente all’iniziativa. La selezione dei destinatari avviene tramite servizi sociali territoriali competenti e organizzazioni del Terzo Settore.
Il funzionamento del Reddito Alimentare è piuttosto semplice. I pacchi alimentari, costituiti da prodotti alimentari invenduti, vengono donati agli individui che vivono in condizioni di povertà assoluta. Ciò può includere alimenti che non sono stati venduti a causa di imballaggi danneggiati o date di scadenza imminenti. Si tratta pertanto di alimenti che, se non venissero consegnati a chi ne ha realmente bisogno, verrebbero buttati, generando uno spreco alimentare non indifferente.
Inoltre, la misura include una funzionalità di prenotazione tramite app, permettendo ai destinatari di ritirare il loro pacco in un centro di distribuzione selezionato. Per coloro che hanno problemi di mobilità o non sono autosufficienti, è prevista la consegna a domicilio.
Reddito alimentare 2023: finalità e beneficiari
Come anticipato, il reddito alimentare si propone di soddisfare due obiettivi principali: combattere la grave deprivazione materiale e ridurre lo spreco di cibo. I beneficiari di questa misura saranno individuati dai servizi sociali territoriali competenti e dalle organizzazioni del Terzo Settore, con particolare attenzione a coloro che vivono in condizioni di povertà assoluta.
Nella Legge di Bilancio 2023, è stato approvato un emendamento che prevede la creazione di un Fondo sperimentale dedicato al finanziamento del Reddito Alimentare nelle città metropolitane. Questo fondo è stato dotato di 1,5 milioni di euro per il 2023 e di 2 milioni di euro a partire dal 2024. Queste risorse si aggiungono a quelle previste dal Piano Nazionale Inclusione e Lotta alla Povertà 2021-2027.
Dettagli operativi e obiettivi
Il Decreto n. 78 del 26 maggio 2023 delinea i dettagli operativi della misura. I comuni capoluogo delle città metropolitane, identificati a seguito di un avviso non competitivo, presenteranno progetti di Reddito Alimentare. Questi progetti devono includere la partecipazione di Enti del Terzo Settore, come quelli già compresi nel programma FEAD (Fondi Aiuti Europei agli Indigenti), ed esercizi commerciali.
La procedura per l’implementazione del reddito alimentare può essere riassunta in tre fasi:
- Recupero dei prodotti alimentari invenduti dagli esercizi commerciali.
- Creazione di pacchi alimentari da destinare ai destinatari.
- Prenotazione dei pacchi attraverso un’app e consegna ai destinatari.
Il Reddito Alimentare intende quindi fornire un sostegno tangibile a circa 3 milioni di persone in condizioni di povertà alimentare, riducendo allo stesso tempo lo spreco di cibo. In un periodo di incertezza economica e sociale, queste iniziative giocano un ruolo fondamentale nel fornire sollievo e supporto alle famiglie in difficoltà.
Il Reddito Alimentare rappresenta pertanto una misura importante per il contrasto alla povertà e allo spreco alimentare. Questa iniziativa, prevista per durare tre anni, potrebbe rappresentare un punto di svolta nel modo in cui l’Italia affronta queste due questioni critiche.
Inoltre, tale misura si affianca ad altre due iniziative di supporto, traducibili nella Carta Acquisti e nella Carta Dedicata a Te. Temi molto delicati, che non nascondono anche qualche controversia, visto che al contempo è stato rimosso il reddito di cittadinanza, scatenando un putiferio di polemiche di natura politica, civica e sociale.