La sospensione del reddito di cittadinanza per 169mila nuclei familiari continua ad agitare il Paese e la politica, con Pd e 5S in prima linea nel denunciare la volontà del Governo di innescare una bomba sociale. La cancellazione del sussidio – seppur annunciata da mesi – ha infatti colto di sorpresa migliaia di percettori che, con un semplice SMS, hanno scoperto non avrebbero più percepito alcun assegno.
La confusione generata dalla comunicazione ha scatenato la protesta delle opposizioni, con Conte e Schlein durissimi nell’attaccare il Governo accusato di insensibilità e inadeguatezza. Sulla posizione del Pd, tuttavia, non mancano ironie, come puntualizzato dal capogruppo di FdI Foti che, rispondendo alle accuse volte all’Esecutivo, ha ricordato come un tempo il Pd fosse fortemente critico nei confronti del Reddito di cittadinanza.
Il sindaco Pascuzzi (Pd): “Già 2019 capii come sarebbe finita con il reddito di cittadinanza. La mia era ed è una posizione pragmatica”
Le voci scettiche sulla reale riuscita del Reddito di cittadinanza – e dunque su una sua strenua difesa – pongono però dei dubbi, anche all’interno della rete di amministratori del Pd. Un esempio, in questo senso, è Domenico Pascuzzi, sindaco del comune marchigiano di Gabicce Mare.
Già nel 2019, di fronte alla mancanza di personale per la stagione estiva, Pascuzzi denunciò il ruolo del reddito nello scoraggiare i lavoratori stagionali all’assunzione di un incarico. La critica, diventata subito rivale anche perché ripresa da Matteo Renzi, scatenò allora non poche polemiche.
Il sindaco di Gabicce Mare, tuttavia, è ancora della stessa opinione di quattro anni fa, come ha spiegato a TAG24 in questa intervista esclusiva.
D. Sindaco Pascuzzi, lei nel 2019 denunciò come nel suo Comune non si trovassero lavoratori per la stagione estiva a causa del Reddito di cittadinanza. Anche quest’anno ci sono stati problemi nel reperire personale per il comparto turistico?
R. “Diciamo che già nel 2019 avevo previsto come sarebbe andata a finire. All’epoca avevo avuto una visione che oggi è stata confermata dalla storia. I dati parlano chiaro. Qui abbiamo le stesse difficoltà che hanno altri settori a trovare manodopera. Non so se i lavoratori nel campo turistico siano condizionati o meno dal percepire il reddito di cittadinanza. Sicuramente però a distanza di quattro anni c’è ancora un effetto, dato che le difficoltà nel reperire personale sono rimaste. Magari non possiamo dire che la questione sia influenzata dal reddito di cittadinanza. Ma certamente possiamo dire che il reddito non ha contribuito a risolvere il problema.
D. Il Rdc non ha funzionato?
R. “Il Rdc non aveva l’obiettivo di essere una misura assistenziale. Doveva essere una misura in grado di permettere la creazione di posti di lavoro e, in questo senso, il risultato è stato piuttosto modesto. Sicuramente il reddito ha aiutato chi era in povertà, e questo aspetto deve essere mantenuto al di là di come si voglia denominare la nuova misura. Aiutare le fasce sociali in difficoltà è un qualcosa di imprescindibile. Dire però che il Rdc non abbia funzionato come misura di politica attiva del lavoro è tutt’altro discorso”.
D. La transizione dal Rdc all’Assegno di inclusione, che esclude gli occupabili, va allora nella direzione giusta?
R. “Ribadisco il mio pensiero. Il reddito non ha creato, se non pochissimi, posti di lavoro. Abbiamo bisogno di misure d’aiuto per le persone in difficoltà. Se dobbiamo ragionare su strumenti di politica attiva, però, siamo fuori strada”.
D. Lei è un sindaco di centrosinistra. Come interpreta il fatto che, a livello nazionale, il Pd difenda strenuamente il Reddito di cittadinanza?
R. “Mi aspettavo questa domanda. Io, pur facendo parte del Pd, non mi faccio condizionare dalle alleanze, ho sempre ragionato con la mia testa. Le varie alleanze del Pd con il Movimento 5 Stelle o con Alleanza Verdi Sinistra non cambiano ciò che penso. Se le mie idee sono più assibilabili al centrodestra e non a quanto sostenuto dal Pd nel suo sostegno al Rdc, pazienza. In politica si deve cercare di essere realisti, o almeno noi sindaci siamo abituati a fare questo. Se parliamo di misure di sostegno è un conto, se parliamo di politiche attive un altro. Su questo ultimo fronte il Reddito si è mostrato abbastanza fallimentare. Per questo credo occorra ragionare di altre strategie, dalla riduzione del cuneo fiscale agli incentivi alle imprese. Noi siamo coscienti del fatto che il alcuni settori – come quello turistico – i lavoratori possano essere sottopagati a fronte di un grande carico orario. Per incentivare il lavoro nel turismo dobbiamo allora lavorare per far guadagnare qualcosa di più ai lavoratori affinché la paga sia dignitosa e giusta. Dall’altro lato dobbiamo però aiutare le imprese che devono tornare sui conti. Per risolvere il problema del lavoro bisogna agire concretamente su più fronti”.