Il presidente dell’Anci Antonio Decaro dice la sua sull’argomento che sta monopolizzando l’opinione pubblica, il fatidico sms dell’Inps che ha sancito lo stop al Rdc per migliaia di famiglie. Intervenendo nel corso della trasmissione di La7 Omnibus, il sindaco di Bari parla di un “evidente errore rispetto alla platea”, ma non solo.

Abbiamo avuto una interlocuzione nelle ore successive all’sms dell’Inps. C’è un evidente errore sia rispetto alla platea, perché quell’sms è arrivato anche a nuclei famigliari che non devono fare il percorso multidisciplinare con il Comune ma sono persone che devono essere avviate ai centri per l’impiego, sia rispetto al metodo, al merito di quanto era scritto nell’sms.

Decaro sviscera meglio la situazione, focalizzandosi sul ruolo dei Comuni nel sostegno alle famiglie.

Dire ad un nucleo famigliare che deve essere preso in carico dal Comune sembra che il Comune debba sostituirsi al reddito di cittadinanza con risorse proprie dei Servizi sociali. Non è così.

La presa in carico in questione, spiega il presidente Anci, “è un progetto multidisciplinare che viene fatto su una platea di persone che non è attiva al lavoro e non ha nel nucleo famigliare minori, disabili od over 60″.

Quella platea, attraverso una piattaforma, che è la piattaforma del ministero del Lavoro che viene alimentata dai dati dell’Inps, deve passare a fare un progetto multidisciplinare con il Comune per continuare a percepire il Rdc fino a dicembre.

Decaro sull’sms dell’Inps che ha sancito lo stop al Rdc: “Verranno a chiedere aiuto ai comuni ma noi non abbiamo soldi”

Secondo il presidente dell’Associazione nazionale comuni italiani, dunque, l’errore “indubbio” a monte è da parte dell’Inps, che ha lasciato “persone senza protezione”.

I bonus dello Stato quali sono? La carta acquisto da 380 euro? Dire che dobbiamo andare ai servizi sociali dei comuni che vuol dire? Dove li troviamo i soldi? Venite nei comuni e vi accorgerete che ci sono persone che mangiano alla Caritas e che invece con il Reddito di cittadinanza avevano la dignità di mangiare a casa. Verranno a chiedere aiuto ai comuni ma noi non abbiamo soldi. Siamo preoccupati delle avvisaglie di ieri delle persone che si rivolgono ai servizi sociali del Comune non li vedevamo dal 2019.

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