Il SAPPE, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, ha denunciato un altro episodio di violenza verso un agente di polizia penitenziaria. E’ accaduto a Rieti, dove all’ospedale locale un detenuto avrebbe colpito con un pugno un agente per futili motivi. Il sindacato chiede un cambio di passo su questo problema.

L’aggressione all’agente penitenziario all’ospedale di Rieti

Un detenuto proveniente dalla Rems, ricoverato nel reparto diagnosi e cura dell’ospedale San Camillo de Lellis, avrebbe reagito violentemente ad uno sguardo ritenuto offensivo da parte dell’agente che in quel momento era in servizio. I sindacati sono ormai da tempo molto critici sull’operato dell’Amministrazione Penitenziaria, le cui reazioni a questi episodi di violenza sono giudicate troppo lente e morbide.

Nella Regione Lazio e nella Casa Circondariale di Rieti, in particolare, il SAPPE ha denunciato molti altri episodi di violenza contro gli agenti di polizia. Se l’agente in questione se l’è cavata con un occhio nero, ci sono stati altri momenti in cui sono stati necessari ricoveri in ospedale: un prezzo troppo alto per persone che svolgono solo il loro mestiere.

Il segretario nazionale per il Lazio del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, Maurizio Somma, ha a tal proposito affermato:

Il Sappe, il primo sindacato di polizia penitenziaria ancora una volta evidenzia l’inefficienza dell’amministrazione penitenziaria. Non passa giorno in cui i poliziotti in servizio nel distretto laziale non siano vittime di episodi violenti da parte dei ristretti. Tutto ciò è sconcertante soprattutto per l’inerzia e la mancanza di provvedimenti da parte degli organi preposti. Quanto può resistere ancora il personale di polizia penitenziaria in servizio nella Regione Lazio e nella casa circondariale di Rieti in particolare, in emergenza ormai ogni giorno?

Molti nell’ambiente della polizia penitenziaria chiedono l’applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, utile a tenere sotto controllo i soggetti potenzialmente pericolosi.

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