Ennesima notte di fuoco sui cieli dell’Ucraina: l’allarme anti-bombardamento è suonato in cinque città ucraine, tra cui Krivy Rih, città natale di Zelensky; ma anche a Mosca, dove i droni ucraini hanno colpito un grattacielo. La “guerra dei droni” che si combatte nei cieli è importante non tanto a livello militare, quanto a livello simbolico, mostrando all’avversario di poter colpire ovunque impunemente. Intanto, le prime navi internazionali cominciano a sfidare il blocco del grano, rifornendosi nei porti ucraini nonostante le minacce russe.
Le “battaglie di droni” tra Kiev e Mosca sono la nuova frontiera della guerra in Ucraina
I droni hanno assunto una crescente importanza nel conflitto. Oltre alla fondamentale funzione di intel e visione dall’alto, fondamentale per l’artiglieria, i droni hanno sostituito tatticamente le funzioni giocate dai missili, essendo molto meno costosi. Kiev è riuscita più volte a colpire il territorio russo con i droni, probabilmente sfruttando una rete di collaboratori locali. Azioni poco significative a livello militare, ma dall’altro valore dimostrativo: fare capire che l’Ucraina non subisce supinamente gli attacchi ma li “restituisce “, anche in pieno territorio russo. L’ultimo obiettivo è stato un grattacielo di Mosca, già in precedenza bersaglio di Kiev.
Anche la Russia è divenuta sempre più dipendente dall’utilizzo di droni, specialmente gli iraniani Shahded. In seguito alla selvaggia campagna di bombardamento missilistico dello scorso inverno, le scorte di Mosca si sono molto ridotte. Tuttavia, è fondamentale per il Cremlino continuare a colpire il territorio ucraino; anche (ma non solo) per “fissare” i sistemi Patriot nelle città e impedire che vengano schierati sulla linea di conflitto, proteggendo soldati e mezzi. L’importazione dei droni iraniani consente a Mosca di continuare a colpire le città ucraine senza le spese ingenti tipiche dei missili.
Navi internazionali evadono il blocco navale
Un recente obiettivo dei bombardamenti è stato quello della zona marittima, bersagliando navi, magazzini di grano e infrastrutture portuali. Tuttavia, almeno sei navi di varia bandiera hanno sfidato il blocco russo e caricato grano ucraino per l’esportazione. Tra questi, anche un battello israeliano.