Spaccatura in Parlamento riguardo alla ministra del Turismo Daniela Santanchè: Questo è quanto emerso durante l’informativa della ministra sulle vicende delle sue società, tra le quali vi è anche “Visibilia“, che gestisce la pubblicità per il quotidiano diretto da Matteo Renzi; Carlo Calenda, leader di Azione, ha sollevato la questione delle dimissioni in caso di mancate spiegazioni in Parlamento, mentre Italia Viva, rappresentata da Enrico Borghi, ha rivendicato il principio del garantismo.

Ennesima spaccatura tra Azione e Italia Viva su dimissioni di Santanché

Vediamo se l’intervento del senatore Borghi sarà su questa linea. Nessuna questione giudiziaria: il penale segue il penale, a noi non interessa. Quello che ci interessa è che se tu non hai pagato il Tfr ai dipendenti, se non hai pagato gli stipendi ai dipendenti e non hai pagato i fornitori, se tu ti sei pagata compensi milionari mentre la società era in difficoltà… Se tutto questo è vero non puoi fare il ministro della Repubblica”

Così aveva avvertito Calenda, sottolineando che la richiesta di spiegazioni non equivaleva a chiedere le dimissioni. Secondo Calenda, è stato un errore sostenere il mozione di sfiducia sulle dimissioni di Santanché, destinata, secondo il leader di Azione, a essere bocciata, come poi è avvenuto.

La ministra, tuttavia, non ha fornito una spiegazione esauriente e, invece, ha attaccato la stampa. Borghi, a nome di Italia Viva, ha preso le distanze da qualsiasi richiesta di dimissioni, lasciando la valutazione nelle mani della ministra e della presidente del Consiglio. Questa presa di posizione ha messo in luce le divisioni all’interno del gruppo parlamentare.

Il dissidio tra Calenda e Renzi sembra sempre più profondo, culminato anche nella questione della mozione di sfiducia presentata dal M5s, bocciata da Azione. Calenda ha criticato l’approccio garantista di Italia Viva, sostenendo che i comportamenti inappropriati di un membro di governo dovrebbero essere considerati politicamente rilevanti, indipendentemente dalle vicende giudiziarie.

In tutte le democrazie liberali i membri di governo rispondono politicamente dei loro comportamenti, indipendentemente dalle vicende giudiziarie“, ha dichiarato il leader di Azione. Infine, Calenda ha invitato la ministra a valutare seriamente di fare un passo indietro, considerando le spiegazioni date e le questioni sollevate riguardo ai mancati pagamenti e l’uso fraudolento di risorse pubbliche.