Taglio del cuneo fiscale agosto 2023, ecco come avviene il calcolo degli accrediti per arretrati e premi di produttività che possono essere versati durante l’anno in busta paga. In particolare, come chiarito anche dall’Inps, il bonus contributivo può essere beneficiato dai lavoratori dipendenti se non si superano i 35mila euro lordi all’anno. Può capitare, tuttavia, che a seguito del versamento di arretrati e di premi di produttività, si superino i 2.692 euro in un mese di pagamento. Secondo l’interpretazione dell’Istituto di previdenza, è sufficiente una voce extra nella busta paga per fermare il taglio del cuneo fiscale. La misura ha validità tra luglio e dicembre 2023 (tra agosto e gennaio 2024 per i dipendenti della Pubblica amministrazione). Grazie allo sconto in busta paga, aumenta lo stipendio netto dei lavoratori dipendenti.

Taglio cuneo fiscale agosto 2023, così il calcolo accrediti di arretrati e premi di produttività

Partirà con il cedolino di busta paga di agosto 2023 il taglio del cuneo fiscale anche dei dipendenti del pubblico impiego, come avviene anche per il privato da luglio a dicembre 2023. Le percentuali aumentano di quattro punti percentuali in base a quanto dispone il decreto legge 48 del 2023 (cosiddetto decreto “Lavoro). Per effetto degli aumenti, chi percepisce redditi entro i 25mila euro lordi all’anno (1.923 euro lordi al mese), beneficerà dello sconto sui contributi a proprio carico del 7% (del 3% da gennaio a luglio 2023). I dipendenti che si trovino in un gradino superiore di retribuzione, da 25mila a 35mila euro all’anno, ovvero da 1.923 a 2.692 euro lordi mensili, otterranno lo sconto del 6 per cento.

Taglio cuneo fiscale agosto 2023, cosa avviene se si superano 2.692 euro al mese?

Tuttavia, l’Istituto di previdenza ha chiarito che il calcolo del taglio del cuneo fiscale va fatto mese per mese. Pertanto, se per una mensilità dovessero essere pagati arretrati o voci di salario accessorio e si dovesse andare oltre il tetto di 2.692 euro lordi, si perderà lo sconto sui contributi a proprio carico. Se un dipendente del pubblico impiego, che percepisce una retribuzione lorda mensile di 1.900 euro, in una delle sei mensilità dovesse ottenere 900 euro di premio di produttività, dovrà rinunciare al taglio del cuneo fiscale e, quindi, allo sconto del 6 per cento. Tale perdita persiste anche nel caso in cui il dipendente, alla fine dell’anno, non dovesse superare i 35mila euro lordi pur avendo percepito delle voci accessorie e di premi durante l’anno.

Bonus contributivo, come calcolare la tredicesima mensilità

Sia i dipendenti del pubblico impiego che quelli del settore privato dovranno, inoltre, prestare attenzione alla tredicesima mensilità di fine anno. Su questa retribuzione, infatti, non varrà il taglio del cuneo fiscale del 6% e del 7%, mentre potrà essere applicato lo sconto contributivo del 2% e del 3%, ovvero le percentuali che erano in vigore da gennaio a giugno 2023. Lo ha chiarito l’Istituto di previdenza spiegando che, dagli sconti del decreto “Lavoro”, non rientra la mensilità di Natale nemmeno se venisse corrisposta per quote mensili durante l’anno.

Sconti sui contributi in busta paga, si ha diritto se si hanno due lavori?

Un’importante precisazione dell’Inps è quella relativa a chi ha due contratti di lavoro, situazione abbastanza frequente negli enti locali. Ad esempio, un dipendente può avere un contratto a tempo pieno con un Comune e un tempo parziale di dodici ore per un altro ente. Secondo quanto spiegato dall’Istituto di previdenza, ogni ente dovrà calcolare il proprio massimale e il dipendente può beneficiare di un doppio taglio del cuneo fiscale applicato a ciascuna situazione autonoma di lavoro.

Pertanto, il dipendente può beneficiare del taglio del 6 per cento per il contratto di lavoro che ha a tempo pieno con il Comune, e del taglio del 7 per cento per il contratto a tempo parziale che ha con l’altro ente locale.