Nuove polemiche aggravano i rapporti diplomatici fra Svezia e Iran. Due attivisti iraniani, Salwan Momika e Salwan Najem, hanno bruciato alcune pagine del Corano davanti al Parlamento svedese, motivando la loro protesta con il desiderio di veder bandito dal paese il testo sacro dell’Islam.
La protesta degli attivisti iraniani davanti al Parlamento svedese
Momika e Najem si erano già resi protagonisti alla fine di giugno dello stesso gesto. Dopo aver chiesto l’autorizzazione per organizzare una manifestazione politica, i due attivisti avevano strappato alcune pagine del Corano e l’avevano platealmente calpestato. Ciò aveva scatenato violente proteste non solo in Svezia, ma anche in paesi islamici come Emirati Arabi Uniti, Turchia, Iran, Iraq e Yemen.
A differenza di giugno, Momika e Najem oggi hanno calpestato e bruciato parte del Corano davanti al Parlamento svedese (mentre a giugno l’avevano fatto davanti alla principale moschea del paese). Le autorità svedesi adesso temono che le relazioni fra Svezia e mondo islamico peggiorino ancora di più e già si hanno notizie di alcune “rappresaglie”: l’Iraq avrebbe rifiutato di accettare il nuovo ambasciatore svedese fintantoché il paese scandinavo non agisca contro queste dimostrazioni considerate come intolleranti.
In Svezia come in Danimarca, altro paese dove è accaduto un episodio simile, i roghi non sono stati puniti perché ritenuti parte della libertà d’espressione che ogni persona ha. Non esiste altresì, in questi due paesi, una legge che punisca la blasfemia.
L’Iraq ha recentemente affermato che Momika sarebbe al soldo del Mossad, i servizi segreti israeliani, ma altri ritengono che i suoi gesti mirino ad aumentare il seguito che i partiti di estrema destra stanno già guadagnando in Svezia (partiti contro rifugiati, Islam, ecc.).
Le reazioni di Svezia e Danimarca e le polemiche in Iraq
La situazione rischia di degenerare e i due paesi scandinavi ne sono consapevoli. Il ministro degli Esteri danese, Lars Løkke Rasmussen, ha difeso il diritto alla libertà di parola e di manifestazione, ma paventa il pericolo che la Danimarca venga considerata un paese che facilita l’insulto e la denigrazione. Il primo ministro della Svezia, Ulf Kristersson, teme altresì l’insorgere di episodi di terrorismo o un aumento delle formazioni estremiste nel paese.
L’ambasciata svedese a Baghdad, in Iraq, aveva visto l’irruzione di alcune persone dopo che nel giugno scorso Momika aveva bruciato una copia del Corano. Sono al vaglio iniziative legislative che però dovranno conciliare diritto alla parola con quello di protezione delle minoranze e di espressione della propria religione.