La notizia era nell’aria, ma ormai è ufficiale che centinaia di migliaia di famiglie andranno incontro allo stop del Rdc: una misura, quella stabilita dal governo, che non va proprio giù a Giuseppe Conte.

Il leader pentastellato, tra i principali fautori del Reddito di cittadinanza, è durissimo contro la maggioranza e parla di “disastro sociale” e di “guerra ideologica condotta sulla pelle dei più deboli”. Ai microfoni de La Repubblica, l’ex premier prevede “un autunno caldo”.

È una vendetta contro il Movimento che però pagano gli italiani. Un autunno caldo? Temo proprio di sì. Per questo invito il governo a convocare subito un Consiglio dei ministri straordinario per differire i termini e gestire queste scelte sciagurate. Per noi è un disastro sociale annunciato.

Conte ricorda “la marcia dei ventimila, lo scorso giugno a Roma”, e “il tour da Nord a Sud”, allo scopo di provare “a metterli in guardia” e di “far emergere tutte le difficoltà delle fasce sociali più deboli”.

Il governo invece ha voluto proseguire dritto in questa guerra ideologica condotta sulla pelle dei più deboli e da ultimo con questo messaggio dell’Inps per altro falso e fuorviante.

Stop al Rdc, Conte attacca Meloni: “Si sta rivelando una fredda burocrate”

Sarebbero quasi 170mila le famiglie che andranno incontro all’interruzione della misura già nei prossimi giorni. La conferma è arrivata ai diretti interessati tramite un sms, di poco successivo alla ricezione dell’ultima rata. Il governo Meloni, infatti, aveva limitato a sette mensilità la misura per il 2023. L’ultima mensilità è dunque proprio quella di luglio.

Il responsabile di questa decisione discutibile, a detta del presidente del M5S, è uno solo: la presidente del Consiglio.

Giorgia Meloni si sta rivelando una fredda burocrate a Palazzo Chigi, indifferente al carovita che impoverisce il ceto medio e alla disperazione delle persone più fragili. Cancella con spregiudicatezza sensibilità che appartenevano un tempo anche alla destra sociale. Mettiamoci nei panni di chi oggi riceve un sms con cui scopre di essere stato abbandonato dallo Stato, mentre tornano i vitalizi per i parlamentari, approvano norme per favorire il ritorno di capitali dall’estero dei Paperoni più furbi, prorogano la scadenza dei pagamenti dovuti dalle imprese che hanno accumulato gli extraprofitti, spalmano i debiti delle società di Serie A.

Ma non soltanto il Movimento 5 Stelle è sul piede di guerra per l’abbandono del Rdc. Alcune manifestazioni e sit-in di protesta sarebbero già previsti in diverse città italiane. Allertate anche le Prefetture, che terranno sotto controllo le sedi Inps per ragioni di sicurezza.

Ciriani critica il M5S: “Assegnano vitalizi per ottenere voti”

Nonostante le polemiche, tuttavia, il governo va dritto per la sua strada. Lo ribadisce anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, intervenendo sulle colonne de La Stampa.

Tutti sapevano che il reddito di cittadinanza doveva interrompersi. La stessa misura, quando è stata creata, doveva essere temporanea.

Il Rdc, spiega il ministro, lascerà il posto ad una nuova norma “non più basata sul patto ‘ti lascio a casa e tu in cambio mi voti‘”. Piuttosto “si aiutano le imprese ad assumere i giovani e chi non lavora”.

Chi non può lavorare viene assistito, ma chi può è giusto che lavori, perché solo così una persona ha la sua dignità. Noi non torniamo indietro.

Ciriani si scaglia poi contro opposizioni e sindacati, che non fanno altro che “agitare la piazza”. A cominciare dal M5S.

I Cinque Stelle hanno creato un’enorme leva elettorale, assegni vitalizi per ottenere voti. Un sistema viziato alla base. E se qualcuno lo difende evocando la piazza si comporta in maniera irresponsabile.