Nuovo attacco di Antony Blinken contro la Russia, e in particolare contro Vladimir Putin, primo responsabile e “più grande ostacolo” alla fine della guerra.

Il segretario di Stato Usa ha rilasciato alcune dichiarazioni al media australiano ’60 Minutes’. Inevitabile il riferimento allo zar russo, la cui “convinzione di poter resistere più a lungo dell’Ucraina e dei molti paesi che sostengono” Kiev impedisce un’imminente fine delle ostilità.

Stiamo lavorando molto duramente per liberarlo da questa idea. Naturalmente la guerra potrebbe finire domani se Putin decidesse di fermarsi. E prima di tutto siamo determinati, così come lo sono tanti altri Paesi, a continuare ad aiutare l’Ucraina a difendersi, a riprendersi il territorio che la Russia le ha sottratto con la forza.

Guerra, Blinken contro la Russia: “Lasciare che la faccia franca sarebbe la ricetta per un mondo in conflitto”

Il segretario di Stato americano sottolinea come non si tratti solo di un’aggressione contro l’Ucraina e i suoi cittadini, quanto piuttosto di una minaccia “contro gli stessi principi che sono al centro del mantenimento della pace e della sicurezza nel mondo”.

L’idea che i Paesi debbano rispettare la loro integrità territoriale, la loro sovranità, la loro indipendenza. Se lasciamo che ciò che la Russia sta facendo in Ucraina vada avanti impunemente, allora si aprirà un vaso di Pandora e ogni aspirante aggressore in tutto il mondo dirà ‘beh, se possono farla franca, posso farla franca anche io’. Questa è una ricetta per un mondo in conflitto.

Secondo il punto di vista di Mosca, tuttavia, sarebbe l’Ucraina a rifiutare ogni idea di mediazione. Lo ha ribadito il capo del secondo dipartimento del ministero degli Esteri russo per i paesi della Comunità degli Stati indipendenti, Aleksey Polishchuk, citato da Ria Novosti.

Kiev rifiuta ogni idea di mediazione. Sono ciecamente fissati sulla logica degli ultimatum nei confronti della Russia, elegantemente racchiusa in un accattivante involucro della formula di pace di Zelensky.

Missili nella notte a Kharkiv, almeno un morto

Diverse esplosioni e allarmi aerei sono risuonati nella notte a Kharkiv, nell’Ucraina orientale. Gli allarmi, in particolare, risultano ancora in atto a Sumy, Poltava e Zaporizhzhia. A confermarlo anche il sindaco di Kharkiv, Igor Terekhovha, tramite il suo canale Telegram.

I colpi potrebbero essere partiti da degli S-300. Il primo cittadino ha citato l’allarme aereo, senza fornire ulteriori dettagli. Secondo RBC-Ucraina, le esplosioni a Kharkiv sono state almeno tre.

Secondo il portavoce della Procura regionale di Kharkiv, Dmytro Chubenko, l’attacco missilistico russo a Kharkiv avrebbe mietuto almeno una vittima. Secondo le prime indiscrezioni, il missile ha colpito un magazzino.

Gli occupanti russi hanno lanciato missili S-300 contro la nostra regione dal territorio della regione di Belgorod.

Sul fronte di Donetsk, nell’Ucraina orientale, un civile è morto e altri sette sono rimasti feriti a seguito dei raid russi di ieri, domenica 30 luglio. Lo ha confermato su Telegram il capo dell’Amministrazione militare regionale, Pavlo Kyrylenko, citato da Ukrinform.

Il 30 luglio i russi hanno ucciso un residente della regione di Donetsk, a Predtechyne. Altre sette persone sono rimaste ferite.

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