Tramontata anche la pista che portava in Arabia Saudita, è ancora alla ricerca di una panchina Gennaro Gattuso. Vuole una società seria dove poter cominciare un progetto a lungo termine ma al momento nessuna opportunità si è palesata all’orizzonte. Nel frattempo ha avuto modo di parlare della sua ultima esperienza al Valencia, una realtà dove è rimasto solamente sette mesi ma è nato un rapporto viscerale con la piazza come ha sempre raccontato. Stavoltà però ha deciso di commentare il motivo che lo ha spinto a rassegnare le dimissioni lo scorso 30 gennaio quando la squadra era quattordicesima nella Liga spagnola.

Addio dopo i mancati arrivi

Si sono rincorse tante chiacchiere sul motivo dell’addio fra Gennaro Gattuso e il Valencia. La squadra ha perso i fasti di una volta ritrovandosi spesso invischiata nella lotta per non retrocedere. L’allenatore italiano occupava il quattordicesimo posto in classifica e la decisione sorprese la tifoseria che aveva già sviluppato un forte legame con Ringhio. Si sono inseguite varie motivazioni con Gattuso rimasto in silenzio fino ad oggi quando ha voluto raccontare al programma spagnolo El Chiringuito de Jugones la sua versione dei fatti:

Sapevo fin dal primo giorno che al Valencia sarebbe stato un lavoro difficile, ma è stato un onore per me lavorare per un grande club come questo. Ho un buon ricordo della mia esperienza. Al Valencia devi dare importanza a tutto, non puoi fare le cose a metà. Bisogna rispettare la storia di questo club. Può succedere che in questo momento non sia possibile spendere molto denaro, ma i tifosi vanno capiti. I tifosi del Valencia sono come me, viviamo il calcio a 360°. Io ho sofferto molto in questo finale di stagione, ho un rapporto forte con tanti giocatori che mi hanno dato tutto. Penso a Gayà, che non voleva rinnovare il contratto e alla fine ha firmato per me.

Peter Lim deve prendere una decisione. Il Valencia è un club storico e merita di più. Non mi sono sentito ingannato, ma quando abbiamo iniziato la stagione sono andati via Soler e Guedes negli ultimi giorni del mercato. La società sapeva che a gennaio avremmo dovuto comprare 2-3 giocatori, invece non è arrivato nessuno. Quando ho visto che al 30 di gennaio non succedeva quello che avevamo concordato, ho preso la decisione di andarmene.

Non era facile per Ruben Baraja, ma è un buon allenatore per il Valencia. Sa come funziona, conosce il Mestalla e i tifosi. Valencia è casa sua. Regge benissimo il confronto con il Milan che per me è casa. Ho avuto la fortuna di giocare 14 anni in rossonero, oltre ad allenare per due anni, ed è stato un vero privilegio per me

Una replica a distanza di mesi alla dirigenza spagnola che fin dalle prime dichiarazioni sostenevano di una soluzione proposta dal tecnico in quanto incapace di risollevare le sorti della squadra. Parole in controtendenza con l’andamento del Valencia che, nonostante i risultati altalenanti, dava l’impressione di essere un gruppo unito.

Il futuro?

Mesi di riflession e di studio in attesa di una proposta convincente. A giugno il suo agente, Jorge Mendes, ha avuto più di un colloquio con l’Al-Alhi in Arabia Saudita salvo poi non chiudere nessun accordo e rimanere sul mercato. Qualche sondaggio dall’Italia ma nessun progetto serio da prendere in considerazione. Gattuso non si sta precludendo nessuna opportunità come ha già dimostrato nella sua carriera.

Il suo debutto su una panchina è avvenuto nel 2013 come vice allenatore al FC Sion in Svizzera, ma è stato nel 2014 che ha ottenuto la sua prima opportunità al Palermo. Sebbene la sua esperienza sia stata breve, ha dimostrato un’impressionante conoscenza tattica e una forte volontà di vincere. Il suo percorso da allenatore ha visto anche esperienze internazionali, inclusa una breve parentesi in Grecia con l’OFI Creta.

Tuttavia, è stato con il Pisa, squadra di Serie B italiana, che Gattuso ha attirato l’attenzione ai massimi livelli. Nonostante le difficoltà finanziarie e le limitazioni della squadra, Ringhio ha dimostrato di essere un motivatore instancabile e ha trasmesso la sua grinta e la sua determinazione ai giocatori.

Il momento di svolta della sua carriera è avvenuto quando è stato scelto come allenatore del Milan nel novembre 2017. Gattuso ha ereditato una squadra in difficoltà dandogli una identità e riportando la squadra in Europa. Dopo è il turno del Napoli per sostituire il suo vecchio maestro Carlo Ancelotti dove rimane fino a maggio 2021 vincendo una Supercoppa Italiana, primo trofeo da allenatore.

Il 25 maggio 2021 viene annunciato come nuovo allenatore dalla Fiorentina per la stagione seguente. Tuttavia, il successivo 17 giugno Gattuso e il club decidono di sciogliere l’accordo prima dell’entrata in vigore del contratto, per divergenze legate alle strategie di rafforzamento tecnico della squadra. Dopo un anno sabbatico, il 9 giugno 2022 viene annunciato come nuovo tecnico del Valencia.