Abilitazione docenti, ecco come funziona per i docenti delle scuole paritarie e per le classi di concorso scelte dopo l’approvazione degli emendamenti al decreto Pa bis di qualche giorno fa. Le novità più evidenti certificano una parità di condizioni degli insegnanti delle paritarie rispetto a quelli della scuola pubblica. E il nuovo decreto specifica che anche i docenti delle scuola paritarie dovranno essere abilitati all’insegnamento. Lo saranno mediante un sistema che sarà uguale a quello appena adottato del decreto 59 del 2023 per gli insegnanti della scuola pubblica.

A tal proposito, per i primi sarà adottato lo sconto dei 30 crediti formativi universitari (rispetto ai 60 Cfu richiesti) se in possesso di servizio pregresso nelle scuole. A questo punto, oltre alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dei decreti relativi alla formazione e all’abilitazione dei docenti, si attende la partenza dei corsi da parte delle università per l’anno accademico 2023-2024.

Abilitazione docenti, come funziona per i docenti scuole paritarie e per le classi di concorso scelte

Sarà estesa anche agli insegnanti delle scuole paritarie la nuova abilitazione dei docenti disegnata dal decreto 59 del 2023. Un emendamento del decreto Pa bis estende le procedure di abilitazione e di formazione e lo sconto dei crediti formativi universitari (Cfu) anche ai docenti delle paritarie.

Nell’emendamento approvato nella giornata del 27 luglio, il sistema di abilitazione dei docenti diviene lo stesso sia per i docenti della scuola pubblica che per quelli delle paritarie. Pertanto, per la partecipazione ai concorsi nella scuola (e per la classe scelta) occorreranno 60 crediti formativi universitari e la laurea (secondo quanto prevede il decreto 59 del 2023 inserito dal governo Draghi e poi rimandato fino a poche settimane fa).

Abilitazione docenti scuole, quali novità per le paritarie?

Ma per il conseguimento dei 60 crediti formativi le università dovranno attrezzarsi entro il prossimo autunno per far partire i corsi. Le modifiche introdotte qualche giorno fa vanno a disciplinare tre aspetti dell’abilitazione degli insegnanti delle scuole paritarie.

Innanzitutto, anche questi insegnanti dovranno abilitarsi secondo quanto prevede il decreto 59 del 2023. In secondo luogo, l’equiparazione della tipologia di scuola di servizio persiste anche sul numero dei Cfu richiesti. Infatti, ai docenti precari della scuola pubblica sono richiesti 30 crediti formativi universitari se si hanno alle spalle almeno 36 mesi di supplenza negli ultimi cinque anni. Tale requisito diventa uguale per i docenti precari delle scuole paritarie secondo le modifiche introdotte al decreto Pa bis.

Infine, vi è una deroga per i primi tre anni di introduzione del nuovo sistema di abilitazione nella scuola e fino all’anno 2025-2026. Se, infatti, l’offerta formativa da parte delle università dovesse risultare insufficiente, si potrà prescindere dal requisito dei Cfu purché i docenti interessati abbiano, per lo meno, presentato richiesta di iscrizione ai corsi.

Assunzioni Ata 2023, ecco le ultime novità

Tra le altre novità in arrivo grazie alle modifiche al decreto Pa bis, vi è quella che riguarda la possibilità per i presidi di attingere, fino a tutto il 2023, alle graduatorie di istituto e di assumere personale Ata per l’attuazione dei progetti finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Le assunzioni – si calcola tra i 6mila e i 10mila – saranno finanziate (almeno per i primi quattro mesi) dalle risorse non utilizzate per l’abilitazione dei docenti, non partita all’inizio dell’anno scolastico 2022-2023. In tutto, i fondi a disposizione sono pari a 50 milioni di euro.

Nuova piattaforma ministero Istruzione: a corsa serve?

Infine, è in dirittura di arrivo la nuova piattaforma unica del ministero dell’Istruzione e del Merito “Famiglie e studenti”. All’interno dello spazio web sarà possibile procedere con tutte le pratiche scolastiche, anche relative alla richiesta di servizi e di bonus. A tal proposito, la piattaforma prenderà i dati degli Isee delle famiglie direttamente dalle informazioni in possesso dell’Inps.