In Italia, attraverso la tecnologia idroelettrica, l’acqua è una risorsa naturale per la produzione di energia elettrica green.

La siccità, accentuata dagli effetti negativi dei cambiamenti climatici, oltre a penalizzare settori come l’agricoltura, nella quale la disponibilità delle riserve idriche è fondamentale, penalizza molto anche la produzione energetica nazionale.

Il livello dell’acqua, stoccata nelle dighe e negli invasi naturali, negli ultimi decenni ha registrando un andamento negativo.

 La siccità non è più un fenomeno isolato, bensì inizia a mostrare gli effetti negativi su aree geografiche di maggiore estensione, rispetto a pochi decenni fa.

Per l’Italia, con una lunga tradizione nella produzione di energia idroelettrica, si accentua la necessità di mitigare gli effetti della siccità.

Acqua, una risorsa fondamentale in Italia per la produzione di energia:

La tradizione idroelettrica in Italia inizia nel fine Ottocento. Affermandosi all’epoca come principale fonte di energia rinnovabile, utilizzando l’acqua in alternativa ai combustibili fossili.

Anche se in futuro il fotovoltaico e l’eolico saranno le tecnologie più sviluppate per la produzione di energia elettrica rinnovabile, l’idroelettrico è la fonte energetica green che vanta una maggiore tradizione nel bel paese.

Considerata la conformazione geografica dello stivale, la maggioranza delle centrali idroelettriche italiane sono situate nell’Italia settentrionale.

Con una produzione annua pari a circa cinquanta Terawattora, le centrali idroelettriche italiane coprono più del quaranta percento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Che permette, all’idroelettrico, di confermarsi come la prima fonte energetica green dell’Italia.

Nel 2018, con 4331 impianti idroelettrici istallati in Italia, di cui 308 di grandi dimensioni, la tecnologia idroelettrica è la prima fonte energetica rinnovabile in Italia.

Con ulteriori settantaquattro impianti resi operativi rispetto al 2018, a fronte di dieci impianti dismessi, anche nel 2019 l’idroelettrico in Italia registra un aumento; sia in termini potenza elettrica istallata, sia di energia elettrica rinnovabile prodotta.

Secondo i dati forniti dal GSE (Gestore Servizi Energetici) e da TERNA (operatore delle reti di trasmissione dell’energia elettrica), a fronte dell’aumento del numero d’impianti, la potenza idroelettrica complessiva dell’Italia è pari a circa 18,94 Gigawatt; pari al quindici percento del fabbisogno energetico nazionale.

Gli effetti della siccità sulla produzione di energia elettrica:

La lunga ondata di calore, che ha caratterizzato l’estate del 2022, con temperature ben sopra la media stagionale tipica del bel paese; ha prodotto effetti significativamente dannosi per la produzione di energia idroelettrica.

Le dighe e gli invasi naturali, già fortemente penalizzati dalle ridotte precipitazioni nevose che hanno caratterizzato l’inverno 2022 e che hanno fortemente penalizzato la portata volumetrica dei fiumi, che alimentano le dighe, hanno registrato livelli minimi nello stoccaggio dell’acqua.

Con una ridotta quantità di acqua presente nelle dighe, necessaria per alimentare la produzione degli impianti idroelettrici, la generazione idroelettrica nel 2022 ha registrato i livelli minimi di produzione dagli anni cinquanta. Passando, da una produzione utile a soddisfare una quota compresa tra il quindici e il venti percento del fabbisogno energetico nazionale, a poco più del dieci percento.

Nel 2023, dalle prime stime fornite, i dati che si riferiscono alla produzione di energia idroelettrica evidenziano nuove criticità.

Con precipitazioni nevose, nei primi mesi del 2023, non di certo sufficiente per recuperare gli effetti negativi della lunga e rovente estate 2022; la siccità resta un serio problema per il bel paese.

A fronte delle abbondanti precipitazioni piovose, che hanno caratterizzato aprile e maggio 2023, che non possono di certo compensare la scarsità delle precipitazioni nevose durante i mesi invernali; emerge la criticità sullo stoccaggio delle riserve idriche nazionali.

Stoccaggio dell’acqua, infrastrutture fondamentali:

Se i cambiamenti climatici hanno effetti negativi sulla sicurezza energetica e idrica dell’Italia, l’inadeguatezza delle infrastrutture per lo stoccaggio dell’acqua non contribuisce di certo con effetti benefici; a mitigare l’emergenza idrica nazionale.

Negli anni la mancata opera di dragaggio, delle dighe esistenti e il potenziamento degli invasi naturali e artificiali, ha contribuito ad accentuare il divario tra gli stoccaggi di acqua e il fabbisogno idrico nazionale.

Uno dei nodi principali da sciogliere, per affrontare il problema della siccità, oltre alla riduzione delle emissioni inquinanti, per mitigare gli effetti dannosi dei cambiamenti climatici, è quello d’intervenire per rendere i bacini idonei alle esigenze idriche.

In Italia, a fronte dell’aumento registrato negli anni delle riserve idriche, è diminuita la capacità di stoccaggio.

Delle cinquecentotrentuno grandi dighe italiane, circa il cinquantotto percento ha un’età prossima a sessantacinque anni; con un volume idrico di stoccaggio ridotto del trentacinque percento, a causa dei detriti accumulati sui fondali.

Mitigare gli effetti del cambiamento climatico per ridurre gli effetti della siccità:

Se nel passato gli effetti del cambiamento climatico potevano essere considerati come eventi remoti, oggi bisogna affrontare la realtà Il cambiamento climatico è in atto e con sé gli effetti negativi si manifestano con fenomeni, di maggior violenza e frequenza.

Tanto per l’Italia, quanto per l’Europa, intervenire rapidamente per mitigare gli effetti deleteri, di un equilibrio climatico ormai pericolosamente alterato da anni d’inquinamento atmosferico, è di fondamentale importanza.

L’Europa, attraverso le politiche energetiche messe in campo per raggiungere, entro il 2050, la de-carbonizzazione con la conseguente neutralità climatica, ha fissato un punto di partenza per impostare un modello di società energeticamente eco-sostenibile.  

Gianni Truini