Alemanno contro Meloni, questa mattina ad Orvieto in Umbria si è concluso il “Forum dell’indipendenza italiana”, manifestazione organizzata da un nuovo movimento politico che da destra cerca di porsi in un nuovo campo politico aperto ad una visione non allineata.
Protagonista di questo nuovo “Un movimento per l’Italia” è l’ex ministro e sindaco di Roma Gianni Alemanno, ex compagno di partito della premier.
Alemanno: “Meloni è troppo in continuità con l’agenda Draghi”
Abbiamo raggiunto al telefono il leader designato di questo nuovo soggetto politico dopo che una sua intervista su La Stampa, di oggi 30 luglio, ha destato sorpresa per gli attacchi al governo Meloni.
L’ex sindaco capitolino ha voluto subito specificare come questa iniziativa nasce perché in un sondaggio commissionato a “Noto Sondaggi” si è rilevato un possibile spazio politico da riempire che risponde ad istanze non proprio allineate al pensiero del governo.
“Uno spazio elettorale del 10%, una realtà che non è destra. Ma che è una realtà sociale che non parla solo alla destra. Filo atlantista certo ma che guarda anche a chi è contrario alla guerra. Parliamo anche di salario minimo, tematiche sociali e legate al covid”.
L’attacco alla Meloni riguarda molti aspetti della politica che il governo italiano sta mettendo in atto negli ultimi mesi, Alemanno se la prende con la continuità con la politica di Draghi e con le mancate promesse mantenute, nonostante “con i migranti ci stia provando”.
Alemanno boccia la Meloni su tutta la linea
“La nostra vuole essere una critica costruttiva, per cercare di capire se questo governo è in grado di cambiare idea su queste posizioni. Noi dopo aver raccolto le firme presenteremo il nostro manifesto d’intenti”.
L’ex ministro ci va giù pesante quando inizia ad elencare le cose che non vanno in questo governo, “non ci piace l’eccessivo allineamento con Eu e Stati Uniti, non si deve lasciare alla sinistra tutto il dibattito sul salario minimo”.
E ancora, lo stesso Alemanno non si capacità come si è potuto dimenticare tutto il dibattito sul sociale, lasciandolo nelle mani della sinistra: dal salario minimo al Rdc, “eliminato colpevolmente senza prima aver pensato ad un’alternativa”.
Liberali in economia e conservatori nei valori
Su altro invece Alemanno difende il governo Meloni, quando quest’ultimo protegge alcune categorie, dai balneari ai tassisti, per Alemanno non fa altro che difendere i cittadini: “Temo che faranno i liberisti anche su questo, liberalizzare questi mercati oggi significa consegnare il paese alle multinazionali“.
Per Alemanno è una liberalizzazione che deve tener conto della nostra struttura economica fatta di medie e piccole imprese. “Dobbiamo prendercela contro i monopoli delle grandi organizzazioni economiche e dei media e non con i piccoli imprenditori”
Se l’Ucraina ha bisogno delle nostre armi ascolti anche noi
Per il conflitto in Ucraina lo stesso Alemanno è consapevole che ci vuole un’apertura da entrambe le parti per trovare un dialogo. Resta sulle sue posizioni quando si parla di una corsa al riarmo dichiarata dalla Meloni come unica alternativa di indipendenza politico-militare dagli Stati Uniti.
“Le armi se servono alla nostra difesa nazionale vanno bene, ma non se servono per regalarle in giro dove ci dicono gli americani. Abbiamo un problema serio, bisogna rinnovare il nostro arsenale soprattutto per difendere i nostri confini nel Mediterraneo, e invece le stiamo regalando. Ben venga un riarmo per garantire la nostra sovranità”.
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