Il ministro della Difesa Crosetto ha dichiarato in un’intervista al Corriere che l’Italia uscirà dall’accordo con la Cina sulla via della Seta, ma “senza fare danni” né rovinare i rapporti con la Cina. Il peso di Pechino è sempre maggiore, sia dal punto di vista militare sia commerciale, e anche per questo la premier Meloni si recherà a Pechino. Secondo il ministro, la scelta di aderire alla via della Seta ha rappresentato “un atto improvvisato e scellerato” compiuto dal governo Conte e a cui è conseguito “un doppio risultato negativo“. Crosetto ha identificato uno dei problemi del governo nel fatto di “risolvere in silenzio problemi surreali prodotti da altri governi” e tra tali problemi menziona la Cina, il Superbonus e il Pnrr.

Crosetto: accordo con la Cina sulla via della Seta e guerra in Ucraina

Per quanto riguarda il tema della guerra, il più vicino al Ministro, Crosetto ha spiegato che la situazione di stallo in cui ci si trova “ci obbliga a pensare a tempi lunghi, se non lunghissimi“. Ciò è dovuto alle difficoltà incontrate dall’Ucraina nell’organizzare la propria controffensiva, a cui consegue la possibilità che la conclusione della guerra verrà determinata da una scelta politica. Secondo Crosetto, a dare una svolta al conflitto potrebbero essere le elezioni presidenziali americane, previste per il 2024.

Sempre a proposito di States, Crosetto ha posto l’accento come l’atteggiamento di Biden sia radicalmente cambiato nei confronti di Meloni:

Il successo della visita alla Casa Bianca della premier è sotto gli occhi di tutti. Sono caduti i pregiudizi, grazie alle scelte fatte dal governo, a partire dai patti mantenuti con gli alleati. Me ne ero già accorto incontrando il mio omologo alla Difesa. Il calore anche umano di Giorgia e il modo affettuoso con cui Biden l’ha accolta hanno fatto il resto.

Il Ministro non reputa che questo rapporto di fiducia e di concordia sia dovuto unicamente alla contingenza della guerra in Ucraina. Anzi, rivendica il fatto che l’Italia, tra i Paesi dell’Unione europea, è “l’alleato di cui a Washington si fidano di più, insieme alla Polonia“. L’Italia si presenta come un partner affidabile e “visionario, chiedendo che l’Occidente si faccia carico dei destini dell’Africa“. Crosetto, facendo anche un breve accenno al golpe in Niger, ha sottolineato come sia proprio il continente africano a tenere le redini del futuro del pianeta:

Possiede il 50% delle intere risorse minerarie, il 50% delle risorse idriche, il 50% dei terreni agricoli. Fra venti anni avrà due miliardi e mezzo di abitanti. Potenzialmente, potrebbe avere il più grande esercito del mondo. E se non cambiasse il suo corso storico, con popolazioni affamate e senza futuro potrebbe succedere di tutto…

Il Pnrr e le riforme del governo viste dall’Europa

I pregiudizi che, a parere di Crosetto, offuscavano la valutazione del governo Meloni erano diffusi anche in Europa, ma stanno cadendo perfino lì. Per quanto concerne il Pnrr, il Ministro ha sottolineato che bisogna continuare a lavorare, perché si porta dietro “problemi non ancora del tutto risolti“. L’Europa comunque continua a chiedere garanzie al governo, soprattutto per quanto riguarda la politica fiscale e le tematiche ambientali, ma anche la riforma della giustizia e della sanità.

Sul fisco il progetto del vice ministro Maurizio Leo ha un approccio pragmatico, non è fatto di condoni e non è ideologico. La parola d’ordine è: rompiamo di meno ai contribuenti e incassiamo di più. Sull’ambiente i nostri obiettivi non sono in contrasto con quelli che si pongono gli ambientalisti, ma sui metodi per realizzarli non siamo d’accordo: a forza di stressare il comparto auto, lo abbiamo regalato alla Cina.

Sul tema delle riforme, una criticità rilevata da Crosetto riguarda le Camere, che non mantengono gli stessi ritmi del governo. Secondo il Ministro, “i lavori parlamentari hanno tempistiche antiquate, molto lente“, dunque bisognerebbe aumentare la produttività in modo che questa corrisponda alla volontà politica.