Olimpiadi di Atlanta 1996, trionfando ai 200 e 400 metri Michael Johnson si impone come una dei più grandi velocisti della storia

Michael Johnson e la storica doppietta di Atlanta 1996

29 luglio, Olimpiadi di Atlanta 1996, trionfando ai 200 e 400 metri Michael Johnson si impone come una dei più grandi velocisti della storia. Un anno epico quel 1996 per l’atleta americano nato a Dallas il 13 settembre 1967. Con quel 19″66 ottenuto ai campionati nazionali statunitensi brucia il record mondiale dei 200 metri dell nostro Pietro Mennea, poi si prepare per un’impresa che non aveva precedenti nella storia dell’atletica.
Qualificatosi ai Giochi olimpici di Atlanta 1996 con record sopracitato, Johnson diverrà a quelle Olimpiadi l’unico atleta della storia ad aver vinto sia nei 200 che nei 400 m piani. In quel fatidico 29 luglio, il corridore vincerà prima nei 400 metri con un risultato di 43″49. Dietro di lui, lontano di quasi un secondo ci sarà Roger Black e a 1″04 Davis Kamoga. Dopo questo prima importante traguardo, Johnson prepare il grande colpo il giorno successivo. Finale dei 200 metri, Johnson vince con il tempo di 19″32: oltre a migliorare il suo precedente 19″66, questo è il nuovo record mondiale – durato per più di dodici anni – e uno dei momenti più indimenticabili della storia delle Olimpiadi. Solo un certo Usain Bolt nel 2008 riuscirà a fare meglio nei 200 metri piani.

Questi i record nazionali siglati dal corridore di Dallas:

200 metri piani: 19″32 , 1º agosto 1996
300 metri piani: 30″85, 24 marzo 2000
400 metri piani: 43″18, 26 agosto 1999
Staffetta 4×400 metri: 2’54″29, Stoccarda, 22 agosto 1993

Nella sua lunga e gloriosa carriera, Johnson ha collezionato tra gli altri riconoscimenti, quattro ori olimpici e per ben otto volte si è imposto come campione mondiale.

Michael Johnson, le sue parole

In una intervista rilasciata alla BBC nel 2018, dopo esser stato colpito da un ictus, il velocista aveva dichiarato:
“All’inizio, ovviamente, ho avuto paura e mi sono chiesto: cosa sarà della mia vita da questo momento in poi? Che tipo di mobilità potrò avere? La mia famiglia dovrà occuparsi di me? Riuscirò a vestirmi da solo? Ti viene in mente di tutto. Fa veramente paura.” Poi aveva parlato dei progressivi miglioramenti, ed ironicamente aveva scherzato su quanto fosse complicato per lui in quelle condizioni, con la fisioterapia appena iniziata, coprire quei fatidici 200 metri con tutt’altre tempistiche. “Credo che chiunque sarebbe stato deluso, ma non io, perché ad ogni passo sentivo minuscoli miglioramenti e come atleta, come sprinter, negli allenamenti quotidiani sono sempre stato abituato a dare la giusta importanza ai piccoli miglioramenti, perché si tratta di centesimi di secondo. Quindi me ne sono reso conto subito. Sono tornato nella mia stanza e ho detto a mia moglie: ora so che mi riprenderò completamente”.

Esprimendosi invece su Bolt – in una intervista a Laureus.com – il corridore non aveva risparmiato parole di encomio verso colui che gli aveva “rubato” il record. “Se Usain Bolt si presenterà alle Olimpiadi di Rio in buona salute, senza problemi di infortuni, nessuno potrà impedirgli di vincere altre tre medaglie d’oro. Lo scorso anno, quando non era al massimo della forma fisica, è stato comunque in grado di ottenere prestazioni di tutto rispetto.Se Bolt dovesse vincere altre tre medaglie d’oro a Rio, sarebbe il più grande velocista di tutti i tempi? Forse ci potrà essere qualcuno che verrà. Se pensi ai grandi velocisti del passato, che hanno fatto cose che non sono mai state fatte prima, pensi a Jesse Owens e Carl Lewis che hanno vinto quattro medaglie d’oro in una sola edizione dei Giochi o a me che sono stato detentore del record mondiale dei 200 metri e dei 400 metri e campione olimpico. Questi sono i nomi a cui si pensa rispetto ai velocisti più grandi e sorprendenti del passato. Ma nessuno di noi ha prodotto, a mio parere, la costanza e la longevità che Bolt ha e quindi, a questo punto, deve essere considerato il più grande”.