La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha parlato del rapimento di padre Paolo Dall’Oglio, garantendo “il massimo impegno per riportare a casa” il gesuita.

Il 29 luglio 2013 – le parole della premier – è stato sequestrato a Raqqa padre Paolo Dall’Oglio, fondatore della comunità monastica di Deir Mar Musa e testimone instancabile di pace e dialogo tra le diverse confessioni religiose in Siria. Sono trascorsi dieci anni dal suo rapimento, ma la speranza di poterlo riabbracciare non si è mai spenta.

La premier promette di “riportare a casa” padre Dall’Oglio a dieci anni dal rapimento del gesuita.

Dunque la rassicurazione:

Il governo esprime vicinanza ai famigliari, ai cari e ai confratelli di padre Dall’Oglio e rinnova il massimo impegno dell’Italia per riportarlo a casa. Siamo al fianco delle comunità cristiane sofferenti a causa dei conflitti e delle persecuzioni e facciamo nostre le preoccupazioni espresse dai vescovi siriani per le grandi difficoltà che quotidianamente affronta il popolo siriano.

In mattinata, il primo messaggio per il gesuita romano era venuto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando di padre Dall’Oglio come di un “testimone e costruttore di pace“. Al contempo la messa celebrata dal Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin.

In mattinata era arrivato il messaggio del Capo dello Stato, parlando di Dall’Oglio come di un testimone e costruttore di pace.

La vita del gesuita si intreccia purtroppo alla tragica vicenda siriana. In dieci anni da quel 29 luglio 2013, nessun segnale. Resta la speranza.

Leggi anche: Padre Dall’Oglio, 10 anni fa il sequestro in Siria. Mattarella: “Costruttore di pace” e Meloni incontra Kissinger: “Abbiamo parlato dell’Intelligenza artificiale”. Sul salario minimo: “Ho aperto al dialogo, ora tocca a opposizioni”.