Una drammatica ondata di SMS ha scosso circa 169.000 persone beneficiarie del Reddito di cittadinanza (RdC), avvisandole che dal mese di agosto non riceveranno più il sussidio: questo provvedimento ha suscitato indignazione e proteste, soprattutto nella zona di Napoli, che ospita la maggioranza dei beneficiari e centinaia di persone hanno preso d’assalto le sedi dell’INPS, esprimendo il loro disappunto attraverso telefonate e persino presentandosi di persona agli sportelli. Il direttore dell’INPS dell’area metropolitana di Napoli, Roberto Bafundi, cerca di tranquillizzare la popolazione, affermando che nessuno sarà abbandonato.

INPS: “Non abbandoneremo le persone che hanno perso RdC”; molti protestano dopo l’SMS

Bafundi spiega che circa la metà delle persone coinvolte è in situazioni di disagio sociale, come tossicodipendenza o problemi abitativi, e potranno rivolgersi ai servizi sociali. Coloro che partecipano a un progetto multidimensionale di recupero potrebbero continuare a ricevere il sussidio. Gli altri beneficiari dovranno recarsi presso i centri per l’impiego e firmare un Patto di servizio personalizzato per essere avviati al lavoro.

Le persone che rimarranno ancora beneficiarie del Reddito di cittadinanza fino alla fine dell’anno sono quelle con minori a carico, gli over 65 e coloro che hanno nel nucleo famigliare persone disabili. Per tutti gli altri, considerati occupabili, Bafundi spiega che dovranno attivarsi presso tre agenzie per il lavoro. Se non riusciranno a trovare un’occupazione, potranno intraprendere un percorso formativo e ottenere il sostegno alla formazione lavoro, pari a 350 euro al mese per 12 mesi.

Tuttavia, il provvedimento ha suscitato polemiche e critiche da parte di diverse personalità politiche, tra cui Giuseppe Conte, ex presidente del Movimento 5 Stelle, che si era battuto per introdurre il Reddito di cittadinanza nel 2018. Conte critica l’SMS inviato alle famiglie beneficiarie, sottolineando l’apparente indifferenza dello Stato verso le difficoltà delle persone coinvolte.

Le proteste hanno coinvolto numerose sedi dell’INPS, in particolare nella zona di Napoli, dove il reddito di cittadinanza aveva un elevato numero di beneficiari. Anche le sedi delle municipalità sono state prese d’assalto da coloro che cercavano chiarimenti riguardo ai nuovi requisiti.

La sospensione del Reddito di cittadinanza ha anche destato preoccupazione tra gli assistenti sociali, rappresentati dal presidente Gianmario Gazzi, che si dice allarmato per la possibile escalation di tensioni e minacce verso i servizi sociali. Gazzi chiede interventi urgenti per evitare situazioni di disagio e ribadisce l’importanza di non imporre riforme che colpiscano direttamente le persone.

L’INPS, tuttavia, si impegna a non abbandonare nessuno e a fornire supporto e assistenza alle persone coinvolte. Il prossimo futuro vedrà ulteriori comunicazioni riguardanti altri 80.000 beneficiari del Reddito di cittadinanza, i quali si troveranno prossimi alla scadenza del periodo di sette mesi dall’inizio dell’erogazione del sussidio.