Sarebbe “illegittima”, secondo due cittadine di Sessano del Molise, in provincia di Isernia, la giunta comunale tutta al maschile costituita dal sindaco Pino Venditti: per questo, negli scorsi giorni, avrebbero presentato ricorso al Tar, evidenziando la mancata rappresentanza femminile nella lista vincitrice delle elezioni dello scorso maggio e rivendicando la parità di genere. Secondo il primo cittadino si tratta di una “polemica strumentale”, nata da questioni interne al paese.

Due cittadine di Sessano del Molise (Isernia) fanno ricorso al Tar contro la giunta comunale, tutta al maschile

Il comune di Sessano del Molise conta poco più di 660 abitanti e una mini-giunta composta da tre persone, tutti uomini: il primo cittadino, Pino Venditti, diventato sindaco dopo aver ottenuto l’80% delle preferenze alle elezioni di maggio; il vicesindaco, Donato D’Ippolito, e l’assessore, l’unico, Maurizio Ceruasolo. Per questo, secondo due cittadine, sarebbe “illegittima”. E ora è finita davanti al Tar.

La giunta non rispetta la parità di genere – tuonano le sessanesi -, tra quasi 700 abitanti una donna in grado di occupare quel ruolo ci dovrà pur essere.

Il neosindaco, in pratica, avrebbe dovuto cercare delle donne disposte ad entrare negli organi di governo del Comune, secondo loro. Non avendolo fatto, non avrebbe assicurato una pari rappresentanza dei cittadini. Eppure, secondo il vicesindaco, la storia non sarebbe andata esattamente in questo modo. All’interno della lista civica di Venditti, infatti, una donna, all’inizio, c’era: Monia Di Blasio. Ma poi avrebbe

sottoscritto una lettera di rinuncia.

Non se la sarebbe sentita di ricoprire il ruolo di assessore, essendosi trovata nel gruppo di maggioranza per la prima volta. A quel punto un’altra donna avrebbero provato a cercarla, ma senza successo.

Ho chiesto a persone di fiducia, ad amiche, ad alcune ragazze e signore che sono impegnate in maniera diversa nella nostra piccola comunità e nel sociale: nessuna di loro era interessata, hanno rifiutato tutte – ha spiegato il sindaco, secondo quanto riporta La Stampa -.  C’è chi aveva problemi personali, chi familiari, chi lavorativi e chi non aveva voglia di ricoprire questo ruolo. Motivazioni che per me meritano incondizionato rispetto e considerazione e sulle quali non mi permetto di esprimere giudizi.

Una delle due si era presentata alle elezioni di maggio

Dopo aver vagliato la possibilità di ricorrere a un assessore esterno – e aver appurato che nessuna delle donne interpellate fosse disponibile -, il primo cittadino avrebbe conferito l’incarico ad un uomo. Anche perché, ha spiegato,

l’obbligo normativo di garantire la parità di genere nell’esecutivo (legge n.54/14, ndr), c’è per i comuni che hanno una popolazione superiore a 3.000 abitanti, mentre a Sessano gli abitanti sono 650.

Perché, allora, tanto accanimento? Secondo il vicesindaco la risposta è semplice: la questione sarebbe nata da dinamiche interne al piccolo paese. Sembra che una delle due ricorrenti, infatti, si fosse presentata nella lista che a maggio ha perso le elezioni contro Venditti, ottenendo solo 89 voti, contro i 359 incassati dalla maggioranza.

Potrebbe trattarsi di una mossa per metterlo in difficoltà, quindi. Ma il sindaco non sembra essere disposto ad arrendersi.

Purtroppo tale ricorso peserà sulle casse del comune di Sessano, noi attendiamo la decisione del Tar, siamo tranquilli, ma se dovesse essere necessario ci difenderemo e ciò comporterà dei costi che, purtroppo, ricadranno sui cittadini – ha detto -. È una polemica strumentale. Io sono stato eletto con una lista civica senza simboli di partito, ma la mia storia politica è a sinistra. Figuriamoci se osteggio la parità di genere.

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